Los Angeles 2011. Misteriosi fenomeni inizialmente identificati come un’improvvisa tempesta di meteoriti animano il cielo sopra la città. Si tratta, in realtà, di una devastante invasione aliena di proporzioni mondiali che nel giro di poco tempo distrugge le città decimandone la popolazione: spetterà a una speciale squadra d’attacco della Marina, guidata dal sergente Nantz, portare a termine la missione di difesa debellando il nemico e traendo in salvo quel che resta dei civili coinvolti nell’attacco.
Traendo spunto da un oscuro episodio realmente (o così pare) riscontrato nella metropoli californiana nel Febbraio del ’42 e ancora oggi al centro di indagini, lo sceneggiatore Christopher Bertolini e il regista Jonathan Liebesman imbastiscono un pirotecnico action-movie fantascientifico tanto solido sul piano dell’impatto spettacolare proprio del blockbuster, quanto fallace nei limiti di un’impostazione smaccatamente bellicista e militarista. Da un lato c’è, infatti, il tocco di Liebesman che – coadiuvato dal montaggio sincopato e dall’ottima resa degli effetti speciali – si rivela agile e dinamico nel condurre l’azione con camera, spesso a mano e in continuo movimento tra colpi di mitra e roboanti esplosioni, assicurando con efficacia quell’enfasi adrenalinica e fracassona che si confà a un prodotto di questo tipo. D’altra parte, il coté retorico dell’approccio ideologico dichiaratamente ispirato ai famigerati Berretti Verdi di John Wayne riconduce il tutto grossolanamente ad una sorta di pellicola di propaganda degna del Michael Bay più fomentato e infarcita di tutti i cliché della situazione: dagli slogan protofascisti, allo humor macho e da caserma, fino alla bidimensionalità di personaggi assemblati per “tipi” dove il soldato in procinto di sposarsi si affianca a quello con mogliettina incinta, all’africano laureato e agli immancabili bambini coraggiosi.
Il risultato è un film “a tesi”, come tale inficiato dalla radicalità di una visione destinata a dividerne il potenziale pubblico tra coloro che, condividendone gli ideali nazional-patriottici riusciranno a farsi coinvolgere e trarne godimento, e gli altri, che vi leggeranno nient’altro che un’esaltata e irritante lezioncina, fuori tempo massimo per giunta. Sprecato il cast, a partire dalla coppia di protagonisti: il sottostimato Aaron Eckhart, e una Michelle Rodriguez più che mai mascolina e lesbo-friendly ormai cristallizzata in ruoli da virago armata.
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