Walk of Fame – Kim Rossi Stuart
Alla scoperta del personaggio cinematografico della settimana
(Rubrica a cura di Lia Colucci)
24/01/11 – Kim Rossi Stuart nasce a Roma il 31 ottobre 1969. Il padre Giacomo è un caratterista mentre la madre è una top model. A soli 6 anni il giovane Kim debutta nel 1974 nel film di Mauro Bolognini Fatti di gente perbene. Kim crede più nell’esperienza che nell’istruzione e infatti a 14 anni lascia la scuola per cominciare la sua carriera artistica. Nella vita si dice che ci vuole sicuramente il talento ma la fortuna è l’elemento fondamentale, ebbene Kim dalla fortuna è benedetto. Studia comunque teatro e nel 1986 ha una piccola parte nel film di Jean-Jacques Annaud ne Il nome della rosa: non male cominciare accanto a Sean Connery. A questa esperienza segue una specie di serie kitsch all’italiana à la Karate Kid, Il ragazzo dal kimono d’oro, diretto per la prima volta nel 1987 da Fabrizio De Angelis. Dopo questo ruolo non proprio elettrizzante lo chiama Franco Brusati che nel 1989 lo inserisce in un cast d’eccezione con Gassman, Giannini e Sandrelli nella pellicola Lo zio indegno. E’ a questo punto che arriva il successo, ma non sul grande schermo bensì con la miniserie Fantaghirò per la regia di Lamberto Bava, che andrà in onda dal 1991 al 1994, favoletta melensa che vede nella parte della principessina Alessandra Martinez. E’ invece del 1993 la miniserie La Famiglia Ricordi di Mauro Bolognini, dove interpreta un misurato Vincenzo Bellini accanto a Luca Barbareschi (Rossini), Alessandro Gassman (Donizetti) e Massimo Ghini nella parte di un garbato Puccini.
Dopo queste scelte effettivamente poco entusiasmanti l’attore decide di puntare sulla qualità. Nel 1994 gira sotto la regia di Francesco D’Alatri nel film Senza Pelle, il commovente ruolo di un uomo psicologicamente disturbato e di estrema sensibilità. Quindi ritorna in ballo in parte il talento, ma in grandissima parte la fortuna, che nel 1995 lo porta a girare con Wim Wenders e Michelangelo Antonioni Al di là delle nuvole. Successivamente decide di alternare il teatro al cinema: interpreta il repertorio shakeasperiano, ma affianca anche Turi Ferro ne Il Visitatore. Dopo un breve ritorno alla fiction nel 2001, diretto da Michele Soavi in Uno Bianca, si trasforma in un convincente Lucignolo nella versione cinematografica del 2003 della fiaba di Collodi Pinocchio , firmata da Roberto Benigni, grazie alla quale riceverà una nomination come attore non protagonista ai David di Donatello. Con Le chiavi di casa di Gianni Amelio del 2004 arriva un’altra nomination, questa volta come attore protagonista. Michele Placido intanto lo vuole nel 2005 nel suo Romanzo Criminale, nel mitico personaggio de Il Freddo, che lo conduce all’ennesima nomination ai David. Dopo un terribile incidente in moto nel 2005, nel 2006 decide di dirigere il suo primo film: Anche libero va bene, una pellicola che trova un buon apprezzamento anche dalla critica. Quindi è la volta dell’interpretazione del 2008 accanto ad Antonio Albanese nella commedia Questione di cuore di Francesca Archibugi e in Piano Solo di Riccardo Milani.
Ma è il 2010 l’anno del film più controverso della sua carriera: Vallanzasca – Gli angeli del male, diretto di nuovo da Michele Placido, dove interpreta il bel Renè, il criminale che negli anni settanta terrorizzò Milano con rapine, omicidi, sequestri ed evasioni. Presentato alla 67. Mostra del Cinema di Venezia è stato attaccato con violenza dal mondo politico e cattolico che riemergere nel film il mito Vallanzasca. Le critiche persistono ancora con grande irritazione del regista e dell’attore che hanno replicato quasi quotidianamente ai feroci attacchi.