Walk of Fame

13/02/12 - Volto cinematografico della working-class britannica, Peter Mullan è nel cast di War Horse di Spielberg, nel ruolo del padre del protagonista.

Walk of Fame – Peter Mullan – Alla scoperta del personaggio cinematografico della settimana a cura di Lia Colucci

Peter Mullan nasce nel 1959 a Peterhead, nel nord-est della Scozia, sesto tra gli otto figli di un’infermiera irlandese e un tecnico di laboratorio, entrambi ferventi cattolici. cresciuto in un sobborgo operaio di Glasgow tra le violenze di un padre alcolizzato e la frequentazione di una gang di ragazzi di strada, il giovane Mullan riesce a mantenersi negli studi lavorando come buttafuori in diversi pub del capoluogo scozzese. Preso il diploma, si iscrive ai corsi di Economia e Teatro della facoltà di Glasgow dove la passione per la recitazione incrocia l’impegno politico (di orientamento marxista) delineando quello che rimarrà il tratto più distintivo della sua carriera. Dopo diverse partecipazioni in vari film televisivi e una piccola partecipazione in The Big Man di David Leland, è infatti Ken Loach, esponente più rappresentativo del panorama britannico militante a offrirgli un ruolo di rilievo al fianco di Robert Carlyle nel suo Riff Raff – Meglio perderli che trovarli (1991) aprendogli le porte del cinema d’autore. Negli anni ’90, Mullan viene scelto due volte da un allora emergente Danny Boyle, che gli affida una parte nel suo film di debutto Piccoli omicidi tra amici (1994) e nel successivo Trainspotting (1996), mentre nel 1995 è nel cast del kolossal epico di Mel Gibson Braveheart – Cuore impavido. Sul finire del decennio arrivano i primi riconoscimenti: nel 1998 si misura per la prima volta con la regia nel pluripremiato Orphans, mentre dello stesso anno è la seconda collaborazione con Loach, per il quale riveste il ruolo del protagonista nel drammatico My Name is Joe con un’interpretazione potente e indimenticabile – premiata al Festival di Cannes dello stesso anno con la Palma d’Oro come miglior attore – prima di una lunga serie che si consoliderà nel decennio successivo caratterizzando l’attore come il volto più iconico della working-class inglese.

Nel 2001 veste i panni dell’operaio disinfestatore protagonista dell’eccellente thriller psicologico di Brad Anderson Session 9, prima di ritornare alla regia con il suo capolavoro Magdalene – premiato con il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia del 2002 – che ha rivelato al mondo la triste realtà delle cosiddette Case Magdalene irlandesi, conventi attivi fino al 1996, le cui ospiti, ragazze ritenute “problematiche”, venivano sfruttate e torturate dalle suore che li gestivano. Successivamente, Mullan continua ad alternare produzioni televisive e cinematografiche, tra la collaborazione con Alfonso Cuarón per I figli degli uomini (2006) e la serie tv The Fixer, fino ad approdare alla celebre saga creata da J. K. Rowling con Harry Potter e i doni della morte: Parte 1. Artefice in gran parte del successo di un altro debutto fortunato, quello del collega Paddy Considine con Tyrannosaur, appena premiato ai BAFTA come miglior esordio britannico, Mullan sarà a breve nelle nostre sale con War Horse, attesa pellicola di Steven Spielberg in uscita il 17 febbraio, nella quale interpreta il ruolo del padre del protagonista.

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