Walk of Fame – Jodie Foster – Alla scoperta del personaggio cinematografico della settimana a cura di Lia Colucci
La bimba della campagna pubblicitaria Coppertone. E’ questa la prima immagine professionale di Jodie Foster all’anagrafe Alicia Christian Foster, nata a Los Angeles il 19 novembre 1962 dalla tedesca, Evelyn Almond, e lo statunitense, Lucius Foster III, ex tenente colonnello dell’aeronautica militare divenuto in seguito agente immobiliare. Come molti divi di Hollywood anche per Jodie l’infanzia non è delle più felici. Il padre è un uomo violento e abbandona sua madre incinta di 4 mesi. Ultima di 4 figli, dopo Cindy, Connie e Buddy, la piccola viene soprannominata Jodie proprio dai fratelli. Molto intelligente a tre anni sa già leggere e comincia a fare provini. Dopo alcuni spot, come quello famoso per la crema solare Coppertone, riesce a ottenere un contratto con la Walt Disney grazie alla madre diventata produttrice dopo il divorzio dal marito. Nel 1972 esordisce in Due ragazzi e un leone, al fianco di un altro giovane promettente, Michael Douglas, e l’anno dopo gira Tom Sawyer, tratto dal romanzo di Mark Twain. Nonostante siano due film per ragazzi le servono per farsi notare da uno come Martin Scorsese che nel 1974 le offre la parte di Audrey in Alice non abita più qui. La Disney non è contenta di questa parentesi nel cinema adulto e d’autore ma la Foster appoggiata dalla madre non fa marcia indietro e preferisce rischiare di far saltare l’accordo con la compagnia di Topolino piuttosto che perdere l’opportunità di lavorare di nuovo con Scorsese che nel ’76 la chiama per interpretare Iris, la prostituta minorenne del film con Robert De Niro. Grazie a questa performance l’attrice ottiene la sua prima candidatura agli Academy Awards come miglior attrice non protagonista, e la vittoria di un Bafta, l’oscar inglese. La Disney storce il naso ma non la svincola, facendole così perdere l’opportunità di diventare la principessa Leila in Guerre stellari, ruolo andato poi a Carrie Fisher. Ma forse tutto il male non viene per nuocere: dopo una serie di piccoli film Piccoli gangsters, Tutto accadde un venerdì e Quella strana ragazza che abita in fondo al viale, nel 1977 Jodie ottiene una piccola parte nel film italiano Casotto di Sergio Citti, dove recita al fianco di attori come Ugo Tognazzi, Mariangela Melato e Gigi Proietti. Negli anni seguenti colleziona ruoli da protagonista in film più o meno di successo, ma continua diligentemente a studiare, diplomandosi presso il Lycée Français di Los Angeles e più tardi all’Università di Yale dove si laurea con lode in letteratura inglese. Solo tre anni dopo gli studi accademici, l’attrice interpreta Sarah in Sotto accusa di Jonathan Kaplan, basato sulla storia vera di una cameriera stuprata sul flipper di un bar: l’interpretazione le valse l’Oscar e molti altri riconoscimenti tra cui un National Board of Review Awards, un Golden Globe e un David di Donatello.
Ma è la faccia pulita e determinata di Clarice Starling, l’agente dell’FBI ne Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme, a consacrarla come attrice di livello mondiale. Amatissimo dal pubblico anche per l’interpretazione di Anthony Hopkins nei panni dell’analista cannibale Hannibal Lecter, il film è tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Harris e la Foster rischiò di non interpretarlo perchè la parte fu proposta inizialmente a Michelle Pfeiffer che però rifiutò, aiutando Jodie a conquistare così il suo secondo Academy Award. L’attrice in verità voleva metter le mani sui diritti de Il silenzio degli innocenti anche prima di ottenere la parte perchè voleva utilizzare la storia per il suo debutto dietro la macchina da presa. Un esordio rimandato al 1991 quando diventa regia con Il mio piccolo genio, di cui fu anche co-protagonista. Di seguito la sua fama continua a crescere grazie ai ruoli in Ombre e nebbia di Woody Allen, Sommersby, al fianco di Richard Gere, e Nell, che le vale la sua quinta candidatura agli Oscar. Nell è anche il primo film prodotto dalla sua casa di produzione Egg Pictures, fondata nel 1990. Dopo aver lavorato con Mel Gibson in Maverick del 1994, torna dietro la macchina da presa per dirigere A casa per le vacanze, di cui è anche produttrice. Nel 1997 è la protagonista del mezzo flop fantascientifico Contact, seguito qualche anno dopo da Anna and the King, remake di Il re ed io con Yul Brynner. Nel 2001 ha l’opportunità di tornare a vestire i panni di Clarice Starling in Hannibal, ma l’attrice rifiuta, e la parte va a Julianne Moore. La Foster preferisce cimentarsi nei thriller Panic Room di David Fincher e Flightplan – Mistero in volo di Robert Schwentke. Nel 2006 è in Inside Man di Spike Lee, mentre nel 2007 Neil Jordan la dirige ne Il buio nell’anima, dove interpreta una donna che si trasforma in giustiziera dopo la tragica morte del fidanzato, ottenendo la sesta candidatura ai Golden Globe. L’anno dopo cambia completamente genere e decide di recitare in un film per ragazzi, Alla ricerca dell’isola di Nim, con Abigail Breslin e Gerard Butler, un divertissment che l’aiuta a riordinare le idee in attesa di tornare dietro la macchina da presa per dirigere se stessa e Mel Gibson in Mr. Beaver, storia di un uomo che decide si interfaccia con il mondo esterno attraverso una marionetta di peluche. In attesa di vedere se riuscirà mai a realizzare l’agognato biopic sulla regista Leni Riefenstahl, si è fatta dirigere da Roman Polanski in Carnage, appena passato in concorso all’ultima Mostra del cinema di Venezia.