Walk of Fame – Robert Downey Jr.
Alla scoperta del personaggio cinematografico della settimana
(Rubrica a cura di Lia Colucci)
Robert Downey Jr. è nato a New York il 4 aprile del 1965 ed è cresciuto nel Greenwich Village. Figlio del regista Robert Downey Sr., a 10 anni parte per Londra dove frequenta la Perry House School in Chelsea, dove studia balletto classico. In seguito, a 17 anni, per seguire il suo sogno di attore si ritrasferisce a New York. In realtà, era già stato suo padre ad introdurlo nel mondo del cinema già da bambino, facendolo esordire nel film fantasy Pound (1970), poi seguito da Greaser’s Palace (1972), Moment to Moment (1975), Up the Accademy (1980) America (1986), Rented Lips (1988), Too much sun (1991) e Piscine e incontri a Beverly Hills (1997). Oramai ventenne lavora al Saturday night Live che gli darà fama e popolarità.
Negli anni Novanta sono molti i registi che lo vogliono nei loro film, come Michael Apted per Firstborn (1984) e William Friedkin per Vivere e morire a Los Angeles del 1987, ma è con Al di là di tutti i limiti (1987) che riesce a trovare un posto nell’universo drammatico vero e proprio. Nel 1990 recita insieme al suo grande amico Mel Gibson in Air America, nel 1991 è la volta del parodistico Bolle di sapone, con Sally Field, e del più serio Restoration – Il peccato e il castigo. Nel 1992 veste niente meno che i panni di Charlie Chaplin nella biografia firmata dal Richard Attenborough, mentre nel 1993 arriva un grande successo in vero film d’autore: diretto dalle preziose mani di Robert Altman in America oggi riceve a Venezia la Coppa Volpi. L’anno successivo Oliver Stone lo vuole nel suo Natural Born Killers, e poco dopo l’attrice Jodie Foster, stavolta dietro la macchina da presa, gli affid ail ruolo del fratello gay in A Casa per le vacanze (1995), a fianco di una sfiorita ma sempre meravigliosa Anne Bancroft. Ma da questo momento in poi per il giovane Robert cominciano i guai: entra in una difficile spirale di alcol e di droga e lavorare con lui diventa quasi impossibile, tanto che l’unico film che esce da questi anni bui è Complice la notte di Mike Figgis del 1997. Nel 2000 torna a interpretare un gay in Wonder Boys di Curtis Hanson ma disgraziatamente ricade nella tossicodipendenza e viene nuovamente arrestato.
Rimessosi in carreggiata entra nella fortunata serie Ally McBeal come guest star, ruolo che gli varrà una nomination agli Emmy Awards come miglior attore non protagonista. Scelto da Steven Soderbergh per apparire nel suo episodio Eros (2004), film corale diretto anche da Michelangelo Antonioni e Wong Kar-wai, sarà poi un giornalista nel fortunato film di George Clooney Good Night and Good Luck(2005), così come nel thriller Zodiac. Ma è probabilmente solo con Guida per riconoscere i tuoi santi di Diego Montiel che Robert esce definitivamente dal tunnel e ricomincia a far parlare di sé solo per i suoi film. La nuova consacrazione arriva nel 2008 con il ruolo dell’eroe della Marvel Ironman e più recentemente accanto a Jude Law in Sherlock Holmes, di Guy Ritchie, per il quale ha ricevuto una nomination ai Globe. Nel 2010 è tornato nelle sale con il roboante seguito della saga dedicata all’eroe di ferro della Marvel, Iron man 2, e con la commedia Parto col Folle.