È diventata la vera polemica della 64/a edizione del festival di Cannes, tanto da rischiare di oscurare il resto: le dichiarazioni pro-nazi e contro gli ebrei di Lars Von Trier, che sulla Croisette ha presentato il suo nuovo film Melancholia, e il successivo bando comminatogli dal festival che lo ha dichiarato persona non gradita. Prima il regista danese aveva cercato di porre rimedio anche se non scusandosi esplicitamente, perché “scusarsi la trovo una mancanza di gusto, non risolve niente. È facile e completamente vuoto. Non mi scuso, ma sono profondamente dispiaciuto se ho potuto ferire qualcuno. Non era nelle mie intenzioni”. Poi, nella mattinata di oggi ha dichiarato: “Sono noto per le mie provocazioni, ma mi piace provocare con uno scopo. E questa non aveva alcuno scopo. Perché non sono Mel Gibson“. L’attore australiano, che fu al centro di polemiche qualche tempo fa per degli insulti antisemiti, è presente anche lui a Cannes, ma si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni al riguardo. Il direttore del festival Thierry Fremaux, invece, prova a smorzare i toni: “La compagna di Von Trier è ebrea. Lui comunque, lo sappiamo tutti, è un provocatore”. La decisione del festival di bandire Von Trier – pare che gli sia proibito di avvicinarsi a meno di cento metri dal Palazzo del Cinema – è assolutamente inedita e fa discutere i giornalisti presenti e gli addetti ai lavori. Una voce nettamente contraria all’allontanamento di Von Trier è arrivata da François Macerola, presidente della SODEC [agenzia pubblica per il cinema del Quebec, ndr.] secondo cui il consiglio d’amministrazione del festival ha optato per un “gesto di censura terribile. Il pericolo è di finire in una sorta di caccia alle streghe”.
Nel frattempo, sul fronte italiano, la Teodora è intervenuta per difendere Susanne Bier, anch’essa vittima degli attacchi del suo connazionale. Von Trier aveva detto sul conto della regista: “Quando ho scoperto che anche Susanne Bier era ebrea, non sono stato più contento di esserlo”, specificando subito però che si trattava di un gioco, ma continuando nel corso della conferenza stampa a fare riferimento in modo caustico alla regista di In un mondo migliore. Ora, Cesare Petrillo della Teodora, società che distribuisce e co-produce abitualmente i film della Bier, dichiara che “ciò che ha detto Von Trier, pur presentato sotto forma di scherzo, è assolutamente inaccettabile. Da distributore e co-produttore di Susanne Bier mi sento offeso ed esprimo la mia solidarietà alla regista con l’impegno solenne di non distribuire mai in Italia un film di Von Trier“. La conseguenza seria di tutto ciò potrebbe essere in effetti una grave ripercussione sulle opere di Von Trier e sul successivo prosieguo della sua carriera. Ricordiamo che recentemente è stato ufficializzato un accordo tra lo stesso Von Trier e Martin Scorsese per realizzare una nuova versione de Le cinque variazioni (2003), film in cui il regista danese sfidava il suo collega Jorgen Leth a girare nuovamente un suo corto per ben cinque volte, seguendo regole e restrizioni differenti. Il progetto con il cineasta italo-americano, per ora intitolato The Five Obstructions: Scorsese vs. Trier, potrebbe partire da qualche sequenza di Taxi Driver. Ma, visto quel che sta succedendo a Cannes, chissà come potrà reagire il fronte cinematografico statunitense di fronte alle esternazioni di Von Trier.