Usando le parole di Italo Calvino: “La fantasia è un posto dove ci piove dentro” Paola Randi ha chiaramente spiegato come entrare nel suo nuovo film La Storia del Frank della Nina, presentato in Orizzonti Extra al 81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e in sala dal 3 ottobre con Fandango.
Un film di formazione con protagonisti tre sognatori: un ragazzo muto (anche narratore) Gollum, che lascia esplodere tutti i suoi pensieri sui muri della città, ricopiando frasi di libri amati, trovati in giro, una giovane ragazza madre di nome Nina che vuole emanciparsi ed essere libera grazie allo studio e Frank, ancora così profondamente in cerca di sé stesso che si innamora perdutamente di Nina e farà di tutto, con Gollum, per aiutarla.
Gollum (Gabriele Monti), Nina (Ludovica Nasti) e Frank (Samuele Teneggi) sono una famiglia, dove quelle di appartenenza hanno fallito il loro ruolo di involucri protettivi e, come famiglia, provano ad aiutarsi e a crescere insieme, affrontando difficoltà spesso più grandi di quelle che la loro età imporrebbe. Protagonista del loro percorso la città di Milano nei suoi quartieri post-industriali come Sesto San Giovanni, Porta Garibaldi e Centrale, ex acciaierie Falk, Politecnico, QT8, San Siro e l’Idroscalo, così ricchi nel suolo e nel sottosuolo. Quartieri così rappresentativi del forte desiderio di futuro che appartiene anche ai tre ragazzi.
Nell’intervista Paola Randi ci racconta i suoi personaggi e l’uso del bianco e nero e del colore all’interno della storia narrata, così originale e in grado di regalare un tocco di leggerezza anche nei momenti più drammatici della narrazione.
Perfettamente in parte Bruno Bozzetto, nonno dolcissimo e un po’ smemorato.
giovanna barreca