Dopo Stone, torna fuori concorso il sogno della Rivoluzione
(Dalla nostra inviata Lia Colucci)
13/09/09 – Giuliano Montaldo fa il suo omaggio al cinquantenario della rivoluzione cubana attraverso il documentario L`Oro di Cuba, dove ricostruisce con una certa enfasi i tratti principali della rivoluzione: dai suoi esordi nella Sierra Madre, dove non smettiamo mai di ammirare un sempre affascinantissimo Che Guevara, sino al bagno di folla dove oramai trionfatore Fidel Castro si mostra alla sua gente. Poi ci sono tutte le visite di rito alla scuola di cinema che ospitò niente meno che Glauber Rocha, uno dei registi meno dotati e più politicizzati del suo tempo, gli ospedali dove ogni malattia sembra essere miracolosamente sparita, le università dove ogni giovane frequenta non per il denaro ma per amore della cultura e per il bisogno di aiutare gli altri. Insomma una bella favola moderna che raccoglie tante altre testimonianze tutte quante in visibilio per la rivoluzione e per il suo padre Fidel.
Tra le varie immagini, il regista, riesce a metterci dentro anche il Papa, che se non è proprio castrista è solo perchè non ha vissuto quei momenti gloriosi e non può capire. Come in tutte le favole, poi, c`è un orco cattivo e malvagio: è ovvio che sono gli Stati Uniti con il loro odioso embargo. Sono loro i portatori di tutti i mali, di tutte le ingiustizie, di tutte le rovine. Dalla quinta elementare in poi, o forse anche prima, ci hanno sempre insegnato, almeno qui in Occidente, che ogni evento soprattutto storico porta con sè delle luci e delle ombre, siamo abituati ad interpretare i fatti a cogliere gli errori anche negli eventi maggiormente positivi. Sono esistiti periodi in cui tutto andava per il meglio e non si muoveva mai nessuna critica ma poi è stata chiamata propaganda.
Ebbene questo film non racconta neanche Cuba, racconta un sogno, speriamo che sia un sogno in buona fede.