Nella sezione Controcampo italiano, “Ward 54” e “Ma che storia” portano alla 67. Mostra del cinema di Venezia attualità e memoria, due facce della medaglia documentario
(Dal nostro inviato Emanuele Rauco)
09/09/10 – Il documentario, per motivi produttivi ma anche per ragioni più strettamente politiche e personali, è una delle forme cinematografiche più praticate dal cinema italiano “undergruond, quello che non gode di appoggi dell’industria e di grandi finanziamenti. Il controcampo italiano della 67. Mostra del cinema fa luce su due particolari aspetti di questo genere, cioè il filo che collega attualità e memoria. Lo fa con due film: il primo, Ward 54 di Monica Maggioni, è una classica inchiesta televisiva, dal passio giornalistico, che segue un veterano della 2^ guerra in Iraq alle prese con la sindrome post-traumatica che a sua volta cerca di aiutare i soldati tornati a casa con problemi psico-fisici; il secondo, Ma che storia di Gianfranco Pannone, invece racconta la storia dell’Italia prima e dopo la democrazia attraverso filmati di repertorio e cinegiornali accompagnati fuoricampo da brani letterari. Maggioni usa il presente in senso storico e cronachistico, facendosi da parte (nonostante sia un’affermata inviata del Tg1) e raccontando come si sopravvive alla guerra e le ragioni di stato di chi, dentro l’esercito, osteggia la malattia mentale: senza prese di posizioni politiche preconfezionato, ma con un senso della realtà e del pudore apprezzabile.
Pannone invece entra nella storia a piedi pari, facendo un affresco sociale e popolaresenza che l’oggi esista, ma affidandosi a parole e immagini che non ci sono più, rendendo nuovamente omaggio alla potenza immortale del cinema e della letteratura: niente di nuovo ma sincero, capace di trovare perle nascoste (l’incontro tra Mussolini e D’Annunzio) e di lasciare lo spettatore sospeso con l’avvio del terrorismo. Ovvero prima che l’oggi sporcasse i ricordi di ieri.