Valdarno Cinema Fedic 2009: dal 21 al 26 aprile a San Giovanni Valdarno (AR) il 60esimo concorso nazionale Premio Marzocco
(Dal nostro inviato Massimiliano Schiavoni)
24/04/09 – Dal 21 aprile scorso ha aperto i battenti la 27esima edizione del Valdarno Cinema Fedic Festival presso il Cinema Teatro Masaccio di San Giovanni Valdarno (AR), durante il quale verranno assegnati i premi del 60esimo concorso Premio Marzocco. La competizione, riservata a opere italiane, si articola su tre sezioni: cortometraggi, lungometraggi e documentari, ma il programma prevede anche un`amplia proposta di eventi collaterali. Una retrospettiva di opere di argomento scolastico-pedagogico, che ripropone al pubblico, tra gli altri, l`ultimo vincitore del Festival di Cannes “La classe” di Laurent Cantet e “Diario di un maestro” di Vittorio De Seta (il quale interverrà alla proiezione la sera di venerdì 24 e riceverà un Premio Marzocco alla carriera); l`assegnazione di un altro Premio alla carriera a Ilaria Occhini, con proiezione del suo ultimo, apprezzatissimo film, “Mar Nero”, per il quale è stata recentemente candidata al David di Donatello; una rassegna di corti realizzati in ambito scolastico con ragazzi di varia età ; una sezione collaterale, Vetrina Fedic 2009, esclusivamente riservata ai corti; la proiezione alla presenza dell`autore Uberto Pasolini di “Machan” , vincitore del Premio Fedic all`ultima Mostra di Venezia.
L`offerta del festival è piuttosto ricca; in particolare fa piacere trovare nella sezione-concorso per lungometraggi apprezzabili film italiani che però nei mesi scorsi hanno avuto le (ahinoi) consuete difficoltà distributive, come ad esempio “Beket” di Davide Manuli o “Se chiudi gli occhi” di Lisa Romano. Ma estremamente generosa, come nella tradizione delle iniziative Fedic, appare la proposta del concorso per cortometraggi (ben 22 le opere in lizza per il premio), che riserva pure una pregevole attenzione allo (spesso trascurato) corto d`animazione, presente in due opere: “Leonardo a Milano” di Nedo Zanotti, simpatica variazione musical-dialettale sul tema degli anni milanesi di Leonardo da Vinci, e “Troppe papere nel laghetto” di Antonio Fabbrini, breve allegoria realizzata con tecniche d`animazione elementari ma estremamente felici nella resa visivo-narrativa. Il concorso per cortometraggi conferma una volta di più la totale libertà creativa insita nella natura stessa del corto; troviamo infatti, nella programmazione del 23 aprile, opere delle più svariate ispirazioni, che spaziano dal racconto morale, sociale e psicologico, tutto ciò, in altre parole, che può essere compreso nel concetto di realismo (“La preda” di Francesco Apice, “Sofia” di Carlo Sironi, “Nerofuori” di Davide Bini ed Emanuela Mascherini), allo sberleffo fantastico/metafisico (“La nonna” di Massimo Alì Mohammad, particolarmente riuscito, impreziosito da un`ottima fotografia blu-ghiaccio e da un`accentuata ricerca formale; “L`arbitro” di Paolo Zucca, gustosa variazione grottesca in stretto dialetto sardo; le atmosfere alla “Mulholland Drive” proposte da Paolo Sabbatini in “Apparenze”), al racconto postmoderno (“Il citofono” di Emanuela Rossi), alla tenera commedia (“Io parlo!” di Marco Gianfreda). Segno evidente che la brevità è terra fertile di ricerca su tutti i livelli. E che, dato il folto numero di opere fantastico-metafisiche, nella brevità forse ci si sente maggiormente autorizzati a togliere tutti i freni alla propria fantasia creativa.