Indecente tentativo di musicarello contemporaneo
08/06/10 – Il musicarello, negli anni ’60 e ’70 (chiamato anche film-canzone), era un filone cinematografico che metteva in scena cantanti che si riciclavano come attori cantando sullo schermo le canzoni che li avevano resi famosi, sulla scia di Elvis Presley. Quella tradizione riecheggia nell’esordio di Herbert Simone Paragnani (più noto come sceneggiatore dei Cesaroni) prodotto da Cattleya, che racconta i sogni e le ambizioni dei giovani emergenti circondandosi di cantanti e stelline amate dai teenager. Dimenticando definitivamente il cinema.
Davide è un ragazzo bello, ambito dalla ragazze, fidanzato e cantante di una band che sta per fare il salto grazie a MTV: ma la sua superficiale arroganza e la tendenza al ritardo fa saltare tutto in aria. Fino a che qualcuno non gli darà una seconda chance. Commedia, canzoni, un pizzico di fantasy alla Da grande e il ricordo di Joh Hughes nella sceneggiatura del regista con Valerio Cilio, che scimmiotta modelli quali Il giorno della marmotta ma senza alcun costrutto. L’impianto è sempre lo stesso delle commedie USA anni ’80 (da Voglia di vincere in su) al bordo del surreale, che inneggiavano alla lotta per il successo più che per i propri sogni, ma al contempo persegue lo schema tradizionale in cui la donna più bella e/o ricca è sempre portatrice di sofferenze, al contrario della sfigata isolata di turno. E qui il film si espone radicalmente a un’ideologia di fondo in cui i conformismi paraculi di Notte prima degli esami diventano affermazione individuale – con tecniche ovvie da talent show – mera ricerca della popolarità, da raggiungere magari con una bella scarica di pugni. Sintomo di questa ipocrisia è il viaggio musicale del film e del protagonista: partito da un rock facile e banale scopre la grande musica con Lisa, la compagna che lo aiuterà nell’ascesa musicale, ma poi la musica che scriverà sarà la stessa dell’inizio, tanto che i due, sul finale, suoneranno la stessa stupida canzone.
E così la colonna sonora si permette di sacrificare Cat Stevens, Ramones, The Stranglers per dare voce a residui adolescenziali come Zero Assoluto, Sonohra, Lost, e farne il perno della presa sul pubblico, fregandosene di concetti quali sceneggiatura – che non azzecca uno snodo, che non sa dare connotati realistici decenti, essenziali per sottolineare le virate fantasiose – o regia, che si fossilizza su 2-3 set in cui avviene tutto e si incontrano tutti, manco fosse una sitcom o una soap-opera. Sugli attori meglio sorvolare: lui era già micidiale in Questo Piccolo Grande Amore, lei è la musa di Moccia, la vena comica viene da un divetto smorfioso raccattato da YouTube. Una siflata di malintesi, più che d’interpretazioni.
(EMANUELE RAUCO)
Titolo origianle: Una canzone per te
Produzione: Italia 2010
Regia: Herbert Simone Paragnani
Cast: Emanuele Bosi, Agnese Claisse, Michela Quattrociocche, Martina Pinto, Andrea Montovoli
Genere: commedia
Produzione: Universal Pictures
Data di uscita: 28 maggio 2010
Articoli correlati:
Sguardi Sonori
Una canzone per te trailer: