Dal nostro inviato ALESSANDRO ANIBALLI
A quasi vent’anni di distanza da Dracula (1992), Francis Ford Coppola torna alle atmosfere horror con Twixt, presentato in Festa mobile – Figure nel paesaggio al Torino Film Festival dopo il passaggio a Toronto lo scorso settembre. Rispetto al 1992 però il regista americano è entrato in una nuova dimensione produttiva, quella delle auto-produzioni a basso budget e in digitale. Dopo Un’altra giovinezza (2007) e Segreti di famiglia (2009), Twixt è dunque il suo terzo esperimento, decisamente quello in cui si lavora con maggior audacia sulle possibilità stilistiche offerte dal mezzo digitale. Protagonista del film è Val Kilmer che interpreta Hall Baltimore, uno scrittore di horror in declino ritrovatosi a presentare un suo libro in una cittadina di provincia. Pesantemente indebitato, l’uomo deve inventarsi una nuova storia per avere un anticipo dal suo editore e dunque cerca qualcosa di interessante da trovare sul posto. Quando lo sceriffo (Bruce Dern) gli parla di un mistero ancora irrisolto e gli appare una vampira adolescente (Elle Fanning), Baltimore decide di restare in loco per approfondire la storia in grado di risollevargli il conto in banca.
Sono lontani i tempi di Dracula, in cui erano perfettamente coniugati fascinazione orrorifica e visiva per un viaggio ipnotico dello sguardo. Twixt è un film molto più razionale e divertito, sornione e a tratti anche grottesco. Coppola non vuole spaventare lo spettatore, lo vuole ammaliare con una serie preziosa di fantasmagorie visive, in cui si passa dall’uso del 3D (in due sole sequenze molto affascinanti), a un costante lavoro sul colore (dal quasi bianco e nero a improvvise macchie di luce a esplosioni di tonalità calde), fino a all’uso di sovrimpressioni di immagini che rimandano con immediata evidenza a certe soluzioni del cinema muto. Tutto del resto viene visto con gli occhi dello scrittore in cerca di una storia e di un finale “a prova di bomba” e non è difficile cogliere un parallelo con il regista e con il suo gioco con le attese dello spettatore. Dal punto di vista narrativo, infatti, Twixt elude con raffinatezza le aspettative e lavora in modo esplicito su una confusione tra sogno e realtà, tema tutt’altro che nuovo, ma che grazie all’uso ironico di Coppola risulta convincente. Come in Un’altra giovinezza e in Segreti di famiglia poi, il regista sceglie quale suo protagonista uno scrittore, un intellettuale (un indicatore di quanto questo suo nuovo cinema autoprodotto sia un cinema per sé stesso e su sé stesso), ma rispetto a quei due titoli qui viene eliminato ogni elemento di romanticismo e il risultato è senz’altro positivo. Ciò non toglie che il passato del protagonista abbia comunque una sua valenza drammatica, che Coppola riesce a legare alle apparizioni notturne e fantasmatiche di un Edgar Allan Poe nelle vesti di Virgilio dell’horror-inferno, ma anche di analista e suggeritore del protagonista. Unico regista americano della sua generazione a essersi distaccato da Hollywood pur continuando a fare film, il percorso autoriale di Coppola appare sempre più libero e pieno di prospettive. Twixt è stato acquistato dalla distribuzione Movies Inspired e sarà distribuito nelle sale italiane nel 2012.