Paolo Sorrentino, Pietro Marcello e tanti altri per il film “plurale” Napoli 24
(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)
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04/12/10 – Presentato fuori concorso al 28° Torino Film Festival, Napoli 24 è stato definito dagli autori e produttori un’opera plurale e in altro modo forse non si può definire, visto che il film è suddiviso in 24 mini-metraggi (che comunque scorrono l’uno dopo l’altro senza soluzione di continuità) ed è il risultato di una co-produzione tra Indigo Film, Teatri Uniti, Skydancers e Ananas. Inoltre, la confezione definitiva è stata approntata da Giogiò Franchini, nome storico della “nuova onda” napoletana, collaboratore abituale, tra gli altri, di Sorrentino e Capuano.
Napoli 24 ritrae miserie e nobiltà della città partenopea, dalla superstizione alla bellezza del mare, dalla camorra al cibo, da vecchi mestieri in via di sparizione al terribile problema della spazzatura. Angelo Curti, Nicola Giuliano e Giorgio Magliulo, produttori del film, hanno dichiarato che la Regione Campania tre anni fa gli chiese di girare un film su Napoli, per poi sparire improvvisamente. Ma ormai era nata la convinzione che fosse necessario provare a realizzare quest’opera e alla fine, con grandi sforzi, vi si è riusciti.
Come è inevitabile Napoli 24 soffre di scarsa unità, legandosi un corto all’altro più per contrasto che per continuità, eppure proprio per questo si ha l’impressione che dal film emerga l’immagine di una difficile irreggimentazione della città di Napoli, un racconto che non può che proseguire per scarti, improvvise illuminazioni e sofferta osservazione; un film che non può avere un unico punto di vista perché Napoli con i suoi mille volti pertiene quasi al campo dell’irrappresentabile.