Federica Victoria Caiazzo era una sconosciuta fino a qualche giorno fa. Poi, col nome d’arte di Thony, è arrivata sugli schermi italiani con Tutti i santi giorni, il nuovo film di Paolo Virzì, in cui la cantautrice siciliana oltre a essere protagonista, al fianco di Luca Marinelli, è autrice della colonna sonora, disponibile anche sotto forma di disco come opera prima a nome suo dal titolo Birds.
Scoperta da Virzì su My Space, Thony prende alcune sue canzoni già portate dal vivo in giro per l’Italia e le amplia con brani nuovi, alcuni dei quali strumentali: quasi solo chitarra e voce, più qualche arrangiamento orientale o esotico per suggellare l’atmosfera indie e “casual” con cui il film racconta la storia d’amore, ora serena ora travagliata, dei due protagonisti.
Canzoni delicatissime, da ascolto in cuffia o in piccoli teatri, che siglano l’anima del film: l’apertura uggiosa, caminetto e pioggia, con Time Speaks, Flowers Blossom che, anche in versione strumentale, fa da leit motiv malinconico al film, le percussioni rockeggianti, vicine a P. J. Harvey di Sam, il ritmo allegro di Paper Cup, alternati a strumentali come Near to Zero, Birds (appunto) dalle essenze indiane riprese in Ashram. Chiude Tutti i santi giorni, title-track composta e cantata da Simone Lenzi, coi suoi Virginiana Miller, anche autore del romanzo di partenza.
Virzì conferma di nuovo, come il fratello Carlo, il suo rapporto preferenziale della musica nella costruzione di un film. Qui arriva al punto di prendere le canzoni e farle recitare, in un certo senso. Bella scoperta, tanto la sua quanto quella di Thony.