“Un incontro di anime gemelle può portare solo alla nascita di grandi capolavori” afferma ai nostri microfono Giovanna Ventura, regista de La musica negli occhi, presentato alla 42esima edizione del Torino film festival.
Nel doc emerge come tra Federico Fellini e Nino Rota ci fosse un rapporto quasi mistico e invece, tra Ettore Scola e Armando Trovajoli tutto nascesse da una profonda e salda amicizia maturata nel tempo. “Una relazione fatta di gioco, ironia e impegno civile” precisa Silvia, figlia di Scola.
Sono davvero affascinanti tutte le immagini di repertorio recuperate da Ventura che mostrano – attraverso interviste dell’epoca e immagini di set – questi sodalizi e come la musica nascesse – a differenza di oggi – già sul set e altre volte ancor prima, già in sceneggiatura con consigli reciproci tra regista e compositore. Rota e Trovajoli erano in ascolto e pronti, come sottolinea anche Ventura: “A percepire le emozioni dei registi” per creare poi film dove ci fosse un “corpo a corpo” tra immagini e suoni. Rapporto fondativo del cinema, quello tra immagini e suoni, che qui raggiunge livelli rari, tanto che Franco Piersanti afferma: “Quella musica e quelle immagini restano per sempre impresse nella nostra mente, diventano un fotogramma sonoro”. Così sono nati capolavori come 8 1⁄2, C’eravamo tanto amati, Una giornata particolare, La strada solo per citare alcuni dei più noti e rimasti nell’immaginario collettivo per la fusione perfetta tra immagini e suoni tanto che possiamo sentire poche note suonate al pianoforte per vedere impressa nella nostra testa l’immagine corrispondente ad una scena del film.
Nel documentario oltre ai materiali preziosissimi delle Teche Rai, ci sono interviste che Ventura ha realizzato a pochi e selezionati protagonisti: Franco Piersanti e Silvia Scola già citati e poi Stefano Bollani, Emilio Sala, Sergio Castellitto e Mariapaola Trovajoli.
Il doc sarà presto disponibile su Raiplay.
giovanna barreca
