Un dodecaedro stellato, simmetrico svetta sulla punta della Mole Antonelliana, sede del Museo Nazionale del cinema di Torino e simbolo della città e da quest’oggetto complesso, misterioso, dalla storia affascinante perchè venne issato sulla Mole nel 1961, dopo un terribile nubifragio che spezzò la punta dell’edificio nel ’53 (come documentato anche nei titoli di testa del film di Antonioni Le amiche), riparte il progetto del Torino Film festival. La stella della Mole diventerà (al pari del Leone veneziano, dell’Orso berlinese, della palma di Cannes) il premio consegnato ai vincitori della kermesse, materialmente realizzato con una lega di alluminio e base in nylon dal Politecnico di Torino.
Anche il logo della 38esima edizione del Festival sarà dedicato al legame tra la stella, il cinema e alcun scoperte legate a tale connubio:uno studio del 1638 sull’anamorfosi (l’illusione ottica che sta alla base di molti strumenti del precinema), il testo La Perspective curieuse del matematico francese Jean-François Niceron e un film in 16 mm di Giovanni Borelli del 1961. “Facendo ruotare la stella ha preso l’aspetto prima del bulbo oculare e poi del fascio di proiezione nella sala cinematografica” spiega il presidente del Museo del cinema Enzo Ghigo che col direttore del Museo Domenico De Gaetano e il direttore del festival Stefano Francia di Celle hanno guidato l’incontro stampa di oggi.
Proprio dalla nuova identità visiva è iniziata la presentazione delle novità del Torino film festival, che si svolgerà in presenza- come di consueto – a fine novembre (20/28 novembre) ma che, vista anche l’emergenza sanitaria, vedrà la nascita anche di una sala virtuale con oltre 500 posti dove sarà possibile accedere attraverso Mymovies.it e godere dei film in concorso e non, delle diverse masterclass e delle conferenze stampa.
Il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio poi annuncia, perchè lo vide in anteprima al Sundance film festival – dove venne presentato in anteprima mondiale – la proiezione, come evento speciale, del film The Truffle Hunters di Michael Dweck e Gregory Kershaw (produttore esecutivo Luca Guadagnino con la sua Frenesy Film Company). Partendo da questo film che documenta la vita di anziani ricercatori di tartufo piemontesi, il festival punterà sul binomio cinema e tartufo, anche per la collaborazione con la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e con l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero. Tarfuro che, secondo il presidente, l’Unesco riconoscerà presto come “materiale immateriale dell’umanità”. Alla proiezione saranno presenti i registi. Dopo la proiezione torinese il film uscirà nelle sale distribuito da Sony Pictures.
“80% del programma è già stato deciso e la diversità culturale è stata molto importante per noi, in fase di scelta” precisa il direttore Stefano Francia di Celle che per questo suo primo anno si è posto quattro obiettivi: mostrare film di valore, favorire il dialogo tra film e spettatori, favorire la distribuzione dei film presentati al festival che spesso non vengono poi mostrati nelle sale nazionali, promuovere la cultura cinematografica prodotta dai giovani autori.
E aggiunge: “Oggi vi annunciamo solo le masterclass di prestigio che abbiamo concordato per la 38edizione del Torino film festival. Una serie di incontri con i grandi protagonisti e autori del cinema contemporaneo internazionale; saranno chiacchierate in libertà che non si limiteranno ad una lezione di cinema ma che andranno oltre, mettendo in luce particolarità meno conosciute dei protagonisti”.
Sicuramente il nome che maggiormente affascina il mondo del cinema è quello di Aleksandr Sokurov che dialogherà con i suoi allievi, in un incontro a cura di Alena Shumakova. Formare le nuove generazioni di filmmaker e attivisti è invece il titolo dell’incontro/lezione con Mohsen Makhmalbaf a cura di Fedra Fateh e Vahid Rastgou. Women in film: le voci in evoluzione delle donne nel cinema con ospiti ancora da definire. Cinema e uguaglianza sociale per un mondo più giusto e sostenibile con Waad Al Kateab e Taghi Amirani, a cura di Fedra Fateh. In ambito italiano Giorgio Diritti dialogherà con Paolo Pejrone, architetto di paesaggi e giardini su La natura del cinema e in Imprevedibile Stefania, l’incontro tra Stefania Sandrelli e Andrea Occhipinti, a cura di Massimo Sordella.
Dodici come le punte della stella saranno i film in concorso, 12 i cortometraggi, 12 i luoghi del festival che vedranno coinvolti. Ci sono sedi consolidate come le 3 sale del cinema Massimo del Museo, il cinema Classico – usato fino all’anno scorso per le proiezioni stampa – che da quest’anno invece sarà aperto al pubblico, cinema Ambrosio, le sale dell’Anec, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Il laboratorio della curiosità, Le roi dancing e l’affascinante Musa che ospiterà un evento speciale interamente dedicato a Gustavo Rol. Le stanze di Rol è infatti l’evocativo nome della nuova sezione del Festival consacrata al cinema più libero, il meno addomesticato, il più temerario che andrà a sostituire la sezione Onde.
Crediamo che sia legato anche ad una riduzione sostanziale di budget (meno 25%: da un milione e 800 mila euro a un milione e 500 mila euro) anche la rinuncia al cinema Reposi con le sue 5 sale. Ma come precisa il direttore: “Il Museo soffre per i 3 mesi forzati di chiusura e per una riapertura con attività ridotte al 30%”.
Il Torino film festival si aprirà anche alla formazione utilizzando gli spazi del Xkè? Il laboratorio della curiosità e dando vita al progetto Una sala cinematografica per la scuola, realizzato insieme alla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo. Inoltre i giovani del Csc, sezione animazione comporranno una sequenza creativa in animazioni, con filo conduttore la stella.
L’inaugurazione avverrà nelle aule della Rotonda del Talucchi dell’Accademia Albertina.
Ovviamente, come per la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia: “Nessuno potrà avvicinarsi alla sala senza biglietto già preso on line” conclude Stefano Francia di Celle, rispondendo ad una domanda della stampa.
giovanna barreca