“Chiudi la porta del teatro perché la vita non deve entrare. E lascia aperta una finestra perché quello che è là fuori è la vita che alimenta anche la mia” Gianni Amelio cita Renoir.
Ascolta l’intervista della nostra inviata Giovanna Barreca alla regista Lola Doillon.
27/11/10 – Inizio ‘Contre’ perché la Lega ha chiesto le dimissioni del direttore del 28° Torino film festival Gianni Amelio. Tutto a poche ore dall’inaugurazione. L’accusa è di aver ‘complottato’ con i ‘facinorosi’ (così definiti) che ieri hanno occupato Palazzo nuovo e poi il Museo del cinema nella giornata di grande rivolta di tutti gli studenti italiani. Il quotidiano La stampa ha scritto della solidarietà con i ricercatori, ha riportato l’invito del direttore-regista a ‘resistere’: “L’università e la cultura non danno profitti immediati, per questo sono oggetto di tagli indiscriminati. Esprimere dissenso è sempre positivo, anche con il rischio di commettere errori”. Inoltre l’articolo indicava il Torino film festival come proprietario del proiettore che nella serata di venerdì, utilizzando come schermo la Mole Antonelliana (che si può vedere da tutta la città), ha mostrato diversi video, scelti da Davide Ferrario.
Amelio quindi, all’inizio della serata al teatro Regio – preceduto da un rappresentante degli studenti che ha utilizzato il palco per esprimere a gran voce il dissenso delle piazze e dei musei italiani contro la riforma Germini – ha precisato di non aver appoggiato o condiviso nessun atto di violenza. Inoltre tutte le attrezzature tecniche usate durante la protesta, non erano del festival. “Vorrei che quest’inaugurazione fosse una festa” precisa prima di annunciare “il film più breve della storia”. Un minuto e 14 è infatti la durata del film che una parte del movimento 100 autori di Torino ha girato mostrando i volti di chi il cinema nel capoluogo piemontese lo fa: truccatori, registi, costumisti, addetti servizio catering per i quali il cinema è lavoro. Davide Ferrario sale sul palco: “C’è la crisi ma non bisogna mortificare la cultura. Noi stiamo con quel pericoloso ‘estremista’ di Giorgio Napoletano” ricordando così che fortunatamente il Presidente della Repubblica, aveva più volte esortato le istituzioni a salvaguardare un bene primario del Paese.
Inizio ‘Contre’, perdonate il gioco di parole, perché dopo Ferrario, dopo le precisazioni, dopo i ringraziamenti ai tanti sostenitori istituzionali ed economici del festival, Gianni Amelio chiama sul palco Lola Doillon, regista di Contre toi, il primo film di questa 28ma edizione. La giovane autrice ha scritto e girato una storia di solitudine tra due adulti dopo aver indagato i meandri dell’adolescenza in Et toi l’es qui? presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard. Kristian Scotto Thomas è una ginecologa separata, schiva che una notte viene sequestrata da un giovane. Lei non capisce il motivo del gesto, cerca all’inizio di persuaderlo a lasciarla andare ma poi l’uomo le rivela di essere il marito di una paziente che lei ha ‘ucciso’ in sala operatoria. Le ambientazioni sono credibili perché la macchina da presa si muove intelligentemente nei due spazi ristretti. Un po’ meno credibile l’attrice protagonista, soprattutto quando deve mostrarci gli stati d’animo diversi che la attraversano durante tutto il percorso, dal rapimento alla denuncia, ‘dalla distruzione fisica a quella psicologica per poi ricostruirsi’. Come quelli del ragazzo che passa per due diverse forme di ossessione.
Durante la nostra intervista interroghiamo la regista sullo stile adottato – tanta macchina fissa degli ambienti, macchina a mano per i pochi esterni – e ingenuamente le chiediamo della battuta di svolta di tutta la vicenda narrata, definita dall’autrice una storia sentimentale.