Da Torino a Genova, Pietro Marcello racconta in concorso una storia di amore ed emarginazione ai limiti della non-fiction
(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)
16/11/09 – “La bocca del lupo” è il nuovo lavoro di Pietro Marcello dopo “Il passaggio della linea”, selezionato in Orizzonti a Venezia 64. Il film è stato presentato nel Concorso Internazionale al Festival di Torino, con gran gesto di coraggio da parte degli organizzatori e selezionatori: “La bocca del lupo” è molto più vicino alle pratiche del documentario che a quelle della fiction e non è da tutti, soprattutto nei festival italiani, rischiare facendo concorrere dei lavori così ”ai margini”. Il film mette al centro del suo racconto la Genova dei dimenticati, dei reietti, ma lo fa in un modo assolutamente personale, rifuggendo qualsivoglia tentazione di linearità e allo stesso tempo lavorando su più registri e su un’elettiva compartecipazione tra l’autore e le due figure protagoniste da lui scelte. Enzo e Mary hanno vissuto gran parte della loro vita in carcere e proprio lì si sono conosciuti ed amati. Mary è un transessuale che anche per questo ha dovuto soffrire ulteriori sofferenze nel suo percorso biografico; Enzo è poi stato di nuovo arrestato e Mary, fiduciosa, ha atteso per anni il suo uomo
E “La bocca del lupo” inizia proprio con la ”messa in scena” del ritorno di Enzo a Genova. Da qui Pietro Marcello costruisce un poetico omaggio alla ”città vecchia”, ai suoi vicoli, al porto, innestando di tanto in tanto immagini di repertorio girate da ”cinereporter” genovesi, cui il film è dedicato. Si tratta dunque di un film d’amore e di memoria, di ricordo e di rifugio (la casetta in cui vivono Enzo e Mary insieme ai loro cani; i vicoli così riparati, chiusi rispetto all’immensità del mare), un saggio poetico verrebbe da dire.
Nato da un’idea della Fondazione San Marcellino, che offre riparo ai senzatetto e agli emarginati della città, “La bocca del lupo” è prodotto dalla Indigo Film (che aveva già realizzato il lungometraggio precedente dell’autore) e da L’avventurosa Film, associazione culturale per la promozione del cinema indipendente fondata dallo stesso regista in accordo con Dario Zonta.