Il 28° Torino Film Festival secondo il suo vice-direttore, Emanuela Martini
(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)
01/12/10 – Abbiamo incontrato il vice-direttore del 28° Torino Film Festival, Emanuela Martini, che ci ha presentato le caratteristiche dei film in concorso e di quelli fuori concorso, esplicitando come sia un obiettivo primario del festival perseguire il travalicamento dei generi (documentario e fiction), seguendo in qualche modo l’onda de La bocca del lupo di Pietro Marcello, film che vinse la scorsa edizione del festival e che della commistione tra reale e finzione faceva una precisa marca autoriale. Nel contesto del fuori concorso, che con la direzione Amelio ha preso il nome di Festa mobile, emerge la selezione horror (un a parte chiamato Rapporto Confidenziale): nove titoli prevalentemente anglo-americani (a fare eccezione è il coreano I Saw The Devil, che forse però sarebbe meglio definire un thriller) capaci di dare una piccola visione d’insieme dello stato delle cose di questo genere. L’horror, per certi versi, gode di buona salute, almeno sotto il profilo degli incassi, ma a guardare la situazione in modo più approfondito ci si rende conto di come questo genere fatichi oggi a proporre una visione e un punto di vista forte sulle viscere della società, così come invece accadeva in America negli anni Settanta.
In tutto questo, secondo la Martini e stando ai film selezionati al 28° Torino Film Festival, emerge con discreta prepotenza la cinematografia britannica, rappresentata ad esempio tra gli horror dal “macbethiano” Outcast.
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