(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)
19/11/09 – Dopo la presentazione allultimo festival del cinema di Cannes, arriva al Torino film festival e da venerdì nelle sale Segreti di famiglia di Francis Ford Coppola, che dopo trentanni firma anche la sceneggiatura di uno dei lungometraggi più personali girati nella sua carriera: la storia di una famiglia lacerata da profonde rivalità, segreti e tradimenti. Un elogio della normalità.
Questo film è ricco di contenuti emotivi e volevo raccontarli nel modo più poetico possibile afferma Coppola in conferenza stampa precisando il perché delluso di un bianco e nero netto e contrastato, per quanto riguarda il presente, e del colore per tutti i ricordi dinfanzia del protagonista per questo tipo di storia drammatica-poetica, con una buona dose di realismo, il bianco e nero poteva regalarmi una qualità in più. I ricordi invece dovevano avere la definizione dei filmini di famiglia e quindi sono a colori. Non si risparmia poi nellelogiare il cinema in HD che, dimezzando i costi, gli ha permesso di tornare al suo primo amore, cioè lo scrivere, e non solo il dirigere, film drammatici che somiglino a quelli che amavo da ragazzo, qualcosa di intenso e personale, attività a cui il successo de Il Padrino, che gli cambiò la vita, non lasciò molto tempo. Con “Segreti di famiglia” si regala una storia ispirata a quella della sua famiglia, anche se tiene a preciare che il padre è una figura di finzione e risale al mito del padre onnipotente che il figlio deve spodestare, presente in tantissimi drammi. Un film che ha ricevuto una buona accoglienza dalla stampa, perplessa o comunque divisa, tre anni fa da Unaltra giovinezza.
La squadra di lavoro, con il direttore della fotografica Mihai Malamaire e il compositore Osvaldo Golijov, rimane la stessa ma è arricchita dalla presenza, dallaltra parte della macchina da presa, di ottimi attori, primo tra tutti di BennieVincent Gallo, lintenso Tetro, anche se Coppola ci rivela che era Matt Dillon la sua prima scelta: ma per motivi di produzione dovette rinunciare. La musica mescola nostalgia e dolore, giocando soprattutto con sonorità tipicamente folcloristiche argentine e una parte sinfonica per sottolineare due elementi del film: da una parte la personalità tormentata di Tetro e dallaltra linizio del viaggio che cambierà la vita : Ho cercato di tenermi lontano da quella che mio padre definiva un concerto alla Gregory Peck: finta musica classica artificiale costruita ai soli fini cinematografici. Scarpette rosse ironicamente si conclude con questo tipo di composizione precisa il regista italo-americano che, non a caso cita il capolavoro del 1948 di Michael Powell e Emeric Pressburger, presente in diverse scene di Segreti di famiglia, che questa sera avrà il piacere di presentare al pubblico torinese.
Inoltre, dopo un saluto affettuoso con Roberto Benigni e Mario Monicelli, Coppola concluderà la sua partecipazione al festival torinese, quando Gianni Amelio gli conferirà il Gran Premio Torino “assegnato a quei registi che hanno lasciato una traccia indelebile nellarricchimento del linguaggio cinematografico, precisa la motivazione.