Sulla strada di casa

30/01/12 - Un thriller che mescola suspence e aspetti sociali. Opera prima di Emiliano Corapi, buon veicolo per i convincenti Liotti e Marchioni.

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA a:

  • il regista Emiliano Corapi
  • l’attore Vinicio Marchioni
  • l’attore Daniele Liotti
  • Una storia che da sud va a nord o che da nord va a sud racconta di un’umanità disperata che farebbe di tutto per mantenere il proprio stile di vita piccolo-borghese, la propria normalità. E in una crisi economica mondiale, più o meno subodorata nell’opera prima di Emiliano Corapi, è una cosa sempre più difficile da mantenere. Un’affermazione fatta nella pellicola con i toni del sussurro visivo. Dove mai nulla appare evidente: basta una stanza con una libreria o una casa con giardino. Poche inquadrature, poi il resto sono sfondi di un’Italia fatta di strade statali e di luoghi amorfi come alberghi, autogrill, campagne isolate dove la sottile linea della legalità viene varcata anche dalle persone più insospettabili per mantenere inviolati quegli interni che costruiscono le sicurezze degli individui. Persone come Alberto e Sergio. Là dove il secondo sembra essere il divenire del primo negli atti perché più sicuro, meno terrorizzato da quel che fa, parimenti entrambi sono dilaniati da quella scelta che li ha messi di fronte a un bivio morale. Eppure, nonostante le incertezze interiori e la paura nel volto, in qualche modo scateneranno una guerra fra poveri, che non può non avere – indipendentemente dal suo plot – un finale amaro.

    Sulla strada di casa esce a distanza di quasi quattro anni dalla sua realizzazione e possiede il sapore del film di genere che si mescola con un tema attuale come la crisi economica. Uso della macchina a mano, una fotografia sgranata, un’ottima colonna sonora invasiva (di Giordano Corapi), che sembra dare energia e stare col fiato sul collo dei due protagonisti, e soprattutto un montaggio serratissimo danno al film ritmo e tensione orchestrati all’interno degli schemi del thriller. Un tono, una struttura narrativa che si mescola con l’aspetto umano e psicologico dei due protagonisti, diversamente caratterizzati, proprio per sottolineare due punti di vista differenti al fine di raccontare la medesima tragedia. Ma ci sono alcuni aspetti che convincono meno nella pellicola di Emiliano Corapi, come la caratterizzazione dei personaggi minori, dai malavitosi che sfruttano la disperazione di chi come i due protagonisti deve trovare una soluzione ogni mese per rimanere a galla, alle mogli ed ex-mogli incapaci di vedere ciò che è lì davanti, sciocche nel non fare altro se non quello di stare a lamentarsi. E forse questo appare un po’ superficiale, un po’ limitato, all’interno di uno script che vuole fare tutto: tenere testa al film di genere (l’uomo che lotta contro il tempo per salvare la sua famiglia in pericolo è così in stile americano!), “spendersi” sul piano del ritratto intimista e puntare sul cinema d’impegno sociale, ma si è dimenticato di tenere unite tutte queste attraverso l’attenzione ai dettagli, che servono a fare la differenza. Nonostante la buona complessità dell’opera finita e dei due interpreti maschili, Daniele Liotti e Vinicio Marchioni.

    ERMINIO FISCHETTI

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