Un giorno della vita: il cinema e la Basilicata nella colonna sonora di Paolo Vivaldi
(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)
02/02/11 – Sfortunato alla sua recente uscita nelle sale, Un giorno della vita è un piccolo film italiano che – sulla scia di Tornatore – racconta il meridione degli anni ’60 e l’amore di tre ragazzi per il cinema; e proprio inseguendo il cinema nostalgico di casa nostra, il regista Giuseppe Papasso ha affidato la colonna sonora a un compositore che potesse garantire il giusto tasso di evocazione, di suggestioni ed emotività, ossia Paolo Vivaldi.
Esperto in partiture maestose ed emotivamente ricche, Vivaldi ha raccolto l’eredità dell’Ennio Morricone di Baarìa e Nuovo Cinema Paradiso e ha realizzato uno score tutto orchestrale ingrado di riportare la mente dello spettatore agli anni ’60 senza facili concessioni alla musica tradizionale e popolare, ma con la semplice evocazione sinfonica: ricca sezione di archi che va ad accompagnare pianoforti malinconici, composizione più o meno ariose che passano dai timbri possenti alla dolcezza della fisarmonica. Aperta dalla tensione melodica delle Biciclette sui campi di grano, la partitura spazia lungo registri e tonalità con un occhio attento ai temi e alle melodie portanti, ma anche cercando di lasciarsi andare a brani più d’atmosfera: Il riformatorio incarna l’anima dolente della soundtrack, mentre L’internazionale nel cuore omaggia esplicitamente il Morricone più roboante, La bella e dolce vita swinga come un brano di Riz Ortolani, Il furto del proiettore strizza l’occhio alla vena favolistica della pellicola, Addio Caterina incarna l’animo nostalgico del film, chiuso da Due Amici, composta ed eseguita da Vivaldi assieme alla fisarmonica di Jacopo Fiastri.
Un lavoro sincero e a tratti quasi commovente, probabilmente derivativo o magari solo troppo dedito all’omaggio, ma toccante e delicato. Come nelle intenzioni dell’onesto film di Papasso.