Il padre e lo straniero: suoni dal Medio Oriente nel nuovo film di Ricky Tognazzi
(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)
23/02/11 – Carlo Siliotto è un prolifico e affidabile compositore di musica per cinema che da Roma si è fatto un nome anche nel mondo, a Hollywood – dove ha curato la colonna sonora di The Punisher – fino alla Russia, meritandosi una nomination al Golden Globe per Nomad di Bodrov e Passer. Il suo nuovo lavoro è di ritorno in Italia, complice il regista Ricky Tognazzi che lo ha voluto per il suo film più recente, Il padre e lo straniero.
Il racconto si centra sul rapporto tra due padri di figli malati, di cui uno arabo e con segrete collusioni, tanto che è sorvegliato dai servizi segreti: un viaggio nell’amicizia, nella fascinazione del diverso, nei misteri delle altrui culture che Siliotto trasforma in un viaggio nella musica e nelle sonorità del Nord Africa e del Medio Oriente; percussioni, chitarre, archi e il tipico senso patetico (nel senso “greco” del termine) della melodia. Aperto da Nour Enayyi, canzone interpretata da Haaz Sleiman, lo score si affianca al personaggio di Alessandro Gassman per andare alla scoperta, tra magia e luoghi comuni anche musicali, dei suoni arabi: la calma attesa di Una sigaretta, il piano straziato del Bagno turco, i ritmi ballerini di Zaira, i timbri e i colori più folk del Suk e il suono sinuoso della Danza del ventre, fino a rientrare nel clima “giallo” della vicenda, con la classica tensione da camera della Villa e la suspense di Un mistero. Per chiudere con una sorta di variazione herrmaniana (E’ Walid) e la versione strumentale della canzone iniziale. Un compito ben svolto, a suo agio, ma un po’ scolastico, privo di sorprese e troppo affidato al già sentito per entrare nella memoria di ascoltatori e spettatori.