Sguardi sonori – Viaggio tra le sette note composte per la settima arte – a cura di Emanuele Rauco
Raramente in Italia si traggono film da romanzi stranieri, diversi per ambientazioni, stile, toni. Uno dei casi rari è E’ nata una star?, il nuovo film di Lucio Pellegrini tratto da un romanzo di Nick Hornby: il lavoro di adattamento, quindi – già non facile per differenze culturali e locali – passa necessariamente dalla musica, in questo caso quella di Brunori Sas. Al secolo Dario Brunori, il 35enne cantautore cosentino prende a modello la raccolta di canzoni di Badly Drawn Boy che fece da sfondo ad About a Boy– sempre tratto da Hornby– e realizza quasi un suo album personale di 12 brani (di cui 11 inediti, esclusa Tra milioni di stelle) a cui aggiungere 6 brani del compositore Gabriele Roberto e due cover.
Brunori divide il suo lavoro in 4 brani strumentali, tra chitarre e tastiere, dalle armonie semplici e piacevoli, estranee all’uso timbrico e strumentale tipico dei compositori italiani, e 7 canzoni, che evidenziano lo stile ironico e malinconico, qui più colorato del solito visto il tema del film: tra queste spiccano La giraffa morta e L’asino e il leone. Roberto asseconda la vena compositiva del cantautore e gli costruisce un tappeto perfetto per raccordare le canzoni al film, che i due brani non originali suggellano: Sono come tu mi vuoi rifatta da Summit Studio e Hot and Bothered di AP Beat, dall’originale di Duke Ellington. Pellegrinie Brunori trovano un terreno comune, ritmico, sonoro e visivo, con cui cercare di rendere più britannica una trama perfetta per una certa Italia e una certa sua commedia. Ed è interessante, l’uso creativo e filmico che si può fare di un bravo cantautore.