Sguardi sonori – Gli amori folli
Caso e destino in una musica lieve
(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)
19/05/10 – Un anziano maestro che, senza più il peso di dover dimostrare qualcosa o affermarsi, fa ancora grandi film. Ecco a voi Alain Resnais, geniale regista dai tempi della Nouvelle Vague, che è da poco giunto sugli schermi italiani col suo ultimo gioiello, Gli amori folli, un film che come tutti i suoi ultimi racconta con leggerezza l’amore e il caso, l’imprevedibile leggerezza della vita ma anche il gusto del racconto. Una finezza narrativa che non può non accompagnarsi col tocco musicale. Sorretto, come in molte sue ultime pellicole, da Mark Snow, interessante compositore più noto per le musiche di X-Files e di non poche serie tv dalle trame misteriose, scelto da Resnais in modo inaspettato fin dal suo film precedente: il fiuto del regista ha rivelato anche al più cinefilo un compositore che sa calibrare la leggerezza delle armonie con la felicità delle melodie, passando per giochi d’atmosfera orchestrale molto interessanti.
E forse proprio per la sua “parentela” col thriller e affini, di cui il film è sottilmente ammantato, che la scelta di Snow si rivela azzeccata: il dolce e melanconico tema dei titoli presenta numerose dissonanze e tappeti di archi e tastiere che presagiscono una sorta di irrisolta tensione, che prima di chiudersi nel romantico tema di chiusura passa attraverso la gioia (Flying High e My Beautiful Airplane), la tristezza (That’s Melancholy e Time Goes On) e la tensione meta-cinematografica (Noir). Lavoro curioso e preciso, raffinato ed emotivo per Snow, che dimostra sensibilità non solo nella creazione d’atmosfere e nell’uso di timbri e strumenti peculiari, ma anche nell’adesione a un mondo a suo modo fiabesco come quello del sommo Resnais.