Sguardi sonori – Defiance
Elegia per un popolo in fuga
(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)
11/03/09 – I film che parlano di Olocausto o Seconda Guerra Mondiale o nazisti – specie se visti dal punto di vista delle vittime – sono come noto un passaporto sicuro per l`Oscar o per altre giurie simili, che spesso s`inchinano all`impegno storico e al politicamente corretto; vale tanto per i film quanto per le colonne sonore. Non fa eccezione Defiance, l`ultimo film di Edward Zwick, la cui partitura è curata da James Newton Howard, uno che di Oscar se ne intende avendo collezionato ben sette nomination, e che qui deve raccontare in note la storia di un gruppo di fratelli ebrei che, scappando dai propri aguzzini, raccolgono attorno a sè un popolo in fuga. E lo fa ponendosi in scia Schindler`s List, ma accentuando di più, coerentemente con il racconto e il tono del film, la tensione e il lato avventuroso. Traendo più di un`ispirazione dalla partitura di John Williams per il film di Spielberg, Howard fa grande affidamento sui fiati, e solo di rado sul pianoforte, costruendo un tema elegiaco, sofferto, ma anche deciso che si allarga a composizioni più d`atmosfera o di tensione, quasi mai cedendo il passo alla retorica sentimentalista.
Il tocco vincente è l`ispirazione della musica klezmer nella melodia principale, presentata nei Main Titles, e che poi ritorna nell`epica Exodus e prendendo venature più cupe in Escaping the Ghetto; per il resto, il lavoro non presenta quella varietà (visto anche il carattere monocorde del film) e quella forza d`ispirazione che ci si aspetterebbe da un candidato all`Oscar, visto che la concentrazione su pochi elementi strumentali e poche atmosfere non permette l`aprirsi compiuto o lo svilupparsi emotivo dello score, che trova freschezza solo in Camp Montage e vera drammaticità in Nothing Is Impossibile. Howard confeziona un lavoro interessante, e a tratti anche emozionante, ma si lascia sopraffare dalla mera voglia di commentare le immagini e limita così le capacità espressive della sua musica, che resta un veicolo per premi e produzioni di respiro non troppo ampio.