Scoprendo la colonna sonora di 20 sigarette: il deserto e la guerra secondo Louis Siciliano
(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)
06/10/10 – Riapriamo questa rubrica dedicata alle colonne sonore, dopo la lunga pausa estiva, vicini a dove avevamo chiuso, ossia a Louis Siciliano, uno dei più amati e apprezzati giovani autori di soundtrack. E lo facciamo presentandovi il suo ultimo lavoro per il grande schermo, 20 sigarette, bel film di Aureliano Amadei vincitore del Controcampo italiano alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e menzionato proprio per le musiche.
Il film, storia vera accaduta al regista, è una rappresentazione in prima persona dell’attentato a Nassirya, visto in soggettiva del regista: circostanza che permette a Siciliano di puntare tutto sulla rielaborazione psicologica ed emotiva dei timbri e della strumentazione, prendendo a prestito sapori mediorientali e accenni arabeggianti per poi piegarli alla tensione e alla drammaticità interiore della morte e delle sue conseguenze. La traccia d’apertura, The Abyss, descrive il punto di partenza in un certo senso del racconto musicale, la consapevolezza di una vita se non distrutta o spezzata, perlomeno violentata in molte certezze; Acre nuit e The Cry of Stones descrivono le atmosfere e i luoghi, la malinconia in un certo senso (con Ein Narf) fino a piombare nel dolore puro con Si sta come d’autunno, rumore d’attesa e presagio di morte che dà il là al rock con Vento nuovo (che in forma canzone chiude il film e il disco) e che percorre, prima con arpeggi delicati (L’espoir de sel) poi con confusioni tra i generi (S.B. Sin futuro), la strada consapevole del protagonista. Siciliano compone una partitura più diretta e immediata, più viscerale rispetto ad altri suoi lavori, e forse – ad analizzare a fondo – potrebbe perdersi la capacità timbrica e sperimentale dell’autore; ma resta un lavoro non solo di grande impatto ed estrema pulizia sonora, ma anche l’ennesima conferma di una capacità accurata nel sentire le immagini e vedere i suoni.