Sguardi sonori – Viaggio tra le sette note composte per la settima arte – a cura di Emanuele Rauco
Mettere in musica l’orrore. Non quello di fantasmi e serial killer, ma quello di una realtà decennale e non dimenticata. E’ l’intento complesso che ha spinto Teho Teardo, accompagnato dal Balanescu Quartet (gran parte del film è girato in Romania), a dare suoni a Diaz, il film di Daniele Vicari sulla “macelleria messicana” dell’omonima scuola genovese e della caserma di Bolzaneto durante il G8 del luglio 2001.
Il musicista friulano, autore di alcuni degli score più belli degli ultimi anni del cinema italiano, recede dall’abituale componente elettronica per guidare e farsi guidare dal quartetto d’archi e realizzare così una colonna sonora più composta e composita, a cui non mancano le sferzate di rabbia e ritmo, utili a restituire l’impasto drammaticamente doloroso del film.
Aperta da C’est la guerre, la partitura si amplia a raggiera come la struttura del film, da Fallen ad A Perfect Agitator, dal perfetto compendio elettro-cameristico di Never the Same (così vicino ai Kronos Quartet) alla chitarra acustica essiccata di Stare a guardare, fino alla chiusura desolata e liberatoria di Her Blood Dried in the Sun. E nel finale, il trip hop denso e funereo di Tricky, accompagna lo spettatore a casa con Evolution Revolution Love.
Teardo si conferma talento tra i più puri del panorama della musica da film italiana e allo stesso tempo dimostra di saper crescere anche grazie all’apporto di musicisti così lontani e così vicini come il Balanescu Quartet: una collaborazione che, al di là delle contingenze, speriamo possa ripetersi.