Sguardi sonori – Viaggio tra le sette note composte per la settima arte – a cura di Emanuele Rauco
Non è nuova Elisa a collaborazioni per il mondo del cinema, come le canzoni cantate all’interno di Ricordati di me di Muccino o Melissa P. di Guadagnino, ma il suo contributo a Un giorno questo dolore ti sarà utile di Roberto Faenza è del tutto eccezionale. La cantante triestina infatti non ha cantato solo il brano di punta della colonna sonora del film, ma ha prestato la voce all’intera partitura scritta da Andrea Guerra. Assieme a uno dei maggiori compositori italiani per il cinema (sue le musiche di Hotel Rwanda, La finestra di fronte, La ricerca della felicità), Elisa realizza qualcosa di simile a un proprio album, ma con arrangiamenti e composizioni studiati più per l’ascolto rilassato e approfondito che per l’airplay radiofonico: le musiche di Guerra si aprono al respiro internazionale del film di Faenza, ai suoni che l’America filtra per il mondo e li restituisce con la bella voce e il suadente inglese della cantante, alternando canzoni a brani strumentali.
Aperto dal chitarristico swing di chitarra di Apologize, lo score del film attraversa con leggerezza non frivola gli strati lievi del film come l’emotività tipica di Elisa in Someday (a cui presta solo il vocalizzo) o nel singolo Love Is Requited; Guerra spazia dal jazz agli accenni di world music senza dimenticare il tocco pianistico che l’ha reso famoso (Nanette), ma anche permettendo alla cantante di lasciar fluire il suo talento con composizioni meno tipiche, come nelle cadenze folk-pop di Drifting o in Just as One, cantata assieme a Ermanno Giove. Fa macchia Nothing Ever None, cantata da Kathryn Gallagher (figlia di Peter che nel film è il padre del protagonista), pop acustico americano senza troppo appeal.
Guerra accompagna le immagini senza trascinarle, come a volte invece gli capita, e sa scegliere il mood melodico e timbrico giusto per la commedia volatile e formativa di Faenza, lasciando il giusto spazio a una cantante come Elisa che quando non è costretta a scrivere per i fan o per l’ascolto distratto del grande pubblico, sa liberare la sua purezza vocale e il suo spirito in movimento. Come le immagini di un film.