Sguardi sonori – Viaggio tra le sette note composte per la settima arte – a cura di Emanuele Rauco
I Golden Globes, come ben si sa, spianano la strada che porta agli Oscar, che verranno consegnati domenica 26 febbraio. Ieri, infatti, sono state annunciate le candidature alla prestigiosa statuetta e, come sempre, questa rubrica prova a riflettere sulle nomination per la miglior colonna sonora e la migliore canzone.
Tra le musiche per film nominate si possono scorgere poche sorprese, a partire dalla doppia candidatura per il maestro John Williams per i due film spielberghiani dell’anno, Le avventure di Tintin e War Horse, monumenti alla sinfonia cinematografica per eccellenza, fino alla conferma di Ludovic Bource con The Artist, partitura premiata da poco col Globe. Nominata anche la musica di Hugo Cabret, firmata da un altro veterano come Howard Shore, e più a sorpresa, candidato anche lo score di Alberto Iglesias per La talpa, film rivelazione di queste nomination, con una partitura di tensione minimale che fa piacere ritrovare. Anche se duole l’assenza di Trent Reznor e Atticus Ross per Uomini che odiano le donne.
Più delicata la situazione della categoria miglior canzone, segnale di un progressivo crollo di considerazione per questa sezione: solo 2 le canzoni nominate, Man or Muppet di Bret McKenzie per I Muppet e Real in Rio di Sergio Ramos e Carlinhos Brown per Rio. Com’è possibile candidare solo due tracce, visto che la stampa straniera che assegna i Globes, 5 canzoni le ha trovate, per altro anche perfettamente in linea con l’idea di canzone da Oscar, come The Living Proof da The Help (plurinominato) o Masterpiece di Madonna, che il premio l’ha vinto? Probabilmente l’Academy, formata da professionisti del cinema, ignora semplicemente la categoria, anche perché l’industria musicale, preoccupata dalla gravissima crisi, tende a relegare le canzoni originali fuori dal film, quando proprio a non farne più. Però non accorgersi di Chris Cornell, come si diceva nell’articolo sui Globes, e pensare solo alle canzoni “per bambini”, è negligenza che fa pensare anche a un po’ di malafede. Non ha senso a questo punto assegnare una statuetta in una categoria che produce solo due nomine, per altro di evidente basso profilo. Forse è il momento che anche sotto il profilo musicale l’Academy rinnovi le proprie dinamiche e prospettive.
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