Biografia d’artista diretta da Martin Provost con un occhio singolare
21/10/10 – Il biopic, o film biografico per i meno avvezzi al gergo, è un genere di film avvezzo al conformismo, alla convenzionalità filmica e narrativa perché, parlando di vite di personaggi celebri o importanti, deve – se non farne il santino – almeno catturare il pubblico con le loro gesta. Quello che quindi fa la differenza tra un buono e un cattivo film biografico la fa il tono e le scelte del regista: quelli di Martin Provost sono interessanti seppure con dei limiti.
La vita al centro del film (vincitore di 7 César) è quella di Séraphine, cameriera ingenua che nel tempo libero dipinge magnificamente: se ne accorge uno dei pensionanti, il collezionista Uhde che la avvia a un futuro di successi. Ma la guerra e la crisi del ’29 metteranno al progetto i bastoni tra le ruote. Il regista e Marc Abdelnour scrivono questo dramma tra il romanzesco e il rosselliniano cercando di ricostruire il percorso artistico di Séraphine de Senlis, artista accostabile ai primitivisti di Rousseau ma rimasta sconosciuta fino a poco tempo fa. Il film mette in luce parallelamente la vita non artistica del personaggio, la sua povertà e la sua psiche, il lavoro umiliante e le privazioni dovute alle condizioni storiche con il bisogno mentale della pittura, con l’arte come reazione alla disperazione, ma anche come appigli totalizzante unico paracadute del puro talento. Così Provost sceglie un tono non didascalico, affida la narrazione ai corpi e alla materia filmica e conduce il film con cadenze intriganti e puntigliose fino a sfociare in un prevedibile finale in cui, la consueta pazzia che si accompagna al genio, prende il posto del candore e le urla si sostituiscono ai sussurri.
A parte questa direzione, forse inevitabile ma resa con la mano calcata, la sceneggiatura segue i fatti, anche quelli piccoli per costruire una riflessione artistica e un ritratto d’epoca affidabile e interessante, senza particolari guizzi, ma composto e sicuro nelle immagini e nella regia. E illuminato dalla prova d’attrice di Yolande Moreau (già ammirata in Louise-Michel) che recita coi gesti, la mimica corporea, i movimenti che creano l’espressione laddove il personaggio non ne ha, facendo la differenza tra questo film e un biopic qualunque.
EMANUELE RAUCO
Titolo originale: Séraphine
Produzione: Francia, Belgio, Germania 2008
Regia: Martin Provost
Cast: Yolande Moreau, Ulrich Tukur, Anne Bennent, Geneviève Mnich, Nico Rogner
Durata: 125′
Genere: drammatico
Distribuzione: Onemovie
Data di uscita: venerdì 22 ottobre 2010
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