La potenza delle semplicità, del tocco, dello sguardo ancora così puro, la forza che regala ad ogni inquadratura, continuando a prediligere l’immagine alle parole sempre così attentamente ricercate, anche e soprattutto quando sono pronunciate da bambini o adolescenti, continuano ad essere la chiave stilistica di Céline Sciamma e continuano a rendere il suo cinema sempre più potente e unico.
In Pétite maman presentato al Festival di Berlino e in questi giorni alla Festa del cinema di Roma, per arrivare in sala dal 21 ottobre per Teodora, come in Tomboy, torna a raccontare una bambina. O meglio due bambine. Nelly (Joséphine Sanz) ha otto anni, ama la nonna e nella prima scena del film saluta tutte le anziane che, con la donna vivevano nella casa di riposo dove più volte la piccola si è recata con la mamma Marion. La nonna è morta e la ragazza passerà una settimana con i suoi genitori nella casa dell’anziana per pulirla e svuotarla degli oggetti personali di un’intera vita. Nel bosco incontrerà Marion (Gabrielle Sanz), di otto anni come lei. E non aggiungiamo nulla per non rovinare la visione dell’opera.
Dalla profonda ricerca culturale presente in Ritratto della giovane in fiamme, Sciamma torna all’infanzia e, proprio nei giorni di promozione del film, scrive la piccola storia di Nelly e Marion in maniera molto istintiva e veloce, complice anche la pandemia in corso e la voglia di una piccola storia che potesse avere la semplicità e la capacità di essere letta da pubblici diversi come quelle di Miyazaki. Dell’autore nipponico – come afferma durante la nostra intervista – ricerca anche il rispetto per pubblici diversi, la ricerca di un cinema democratico, coraggioso e pieno di inventiva. “Gli spettatori bambini ti permettono di fare qualcosa di radicale, poetico, sperimentale che si distacca molto dalla cinefilia. Puoi rivolgerti agli spettatori più audaci che puoi avere”.
Dallo scambio tra desiderio e amicizia presente in Tomboy, in Pétite maman si fa largo lo scambio tra dolore e amicizia perché la piccola Nelly reagisce alla morte della nonna, rifugiandosi nell’amica Marion, perché con la madre ha bisogno di parlare per affrontare il suo primo lutto, il primo momento davvero drammatico della sua vita. Ha bisogno di conoscere la tristezza dell’amata mamma e smettere di sentirsene, in qualche maniera, in parte responsabile.
Il film sarà poi distribuito, dopo l’uscita in sala, dal 2022 sulla piattaforma Mubi.
giovanna barreca