Roma: The Back

05/11/10 - Bei mian (The Back) con il volto di Mao viaggia tra le contraddizioni della Cina...

Bei mian (The Back) con il volto di Mao viaggia tra le contraddizioni della Cina, passata e odierna

(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)

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05/11/10 – Il nuovo film del regista indipendente cinese Liu Bingjian, Bei mian, presentato in Concorso al 5° festival internazionale del film di Roma, è una riflessione sull’eredità fisica e “non cicatrizzata” della Rivoluzione Culturale nel contesto della Cina contemporanea. L’intento di Liu è evidente: mettere a confronto due follie, quella del culto della personalità di Mao con quella dell’esasperato neocapitalismo che sta sfigurando il paesaggio sociale del Paese di Mezzo. Ecco che allora quel che un tempo era l’ultima (in ordine di tempo) delle perversioni del realismo socialista in ambito artistico, l’ossequioso ritratto di Mao, oggi è diventato prezioso oggetto d’antiquariato, tanto da esser disposti a “tirar fuori la pistola” per averlo. Protagonista di Bei mian è il tormentato figlio di un pittore monomaniaco e monotematico, il cui unico oggetto degno d’interesse è per l’appunto il volto del presidente Mao Ze Dong, tanto che tale ossessione paterna è arrivata a inciderglisi nelle carni. Dunque, Bei mian ha la caratura di quei film politici e esteticamente liberi che non sempre è possibile realizzare in Cina, anzi.

Qualche dubbio in realtà il film lo suscita, a causa di una scrittura a tratti un po’ lasca e di personaggi non troppo caratterizzati; ma ciò accade perché sostanzialmente il vero nucleo di Bei mian è Mao, la sua assenza, la sua estenuata riproposizione sotto le più diverse forme, artistiche e non. In tal senso va presa per scena centrale quella ambientata in un museo d’arte contemporanea in cui si vede un quadro che raffigura il contorno del viso di Mao privo dei tratti: ecco, sostanzialmente, è qui che si schiude il significato ultimo di Bei mian, un’assenza, un acusma, un motore immobile, che in qualche modo alimenta e fa muovere la Cina contemporanea, la sua arte ma anche il suo capitale. Quel contorno è poi allo stesso tempo un contenitore che ha perso il suo contenuto originale: il viso di Mao perduto è anche rappresentativo di un’idea di comunismo completamente sorpassata dai tempi e dagli eventi. C’è tutta la Cina di oggi in quell’immagine.