Ascolta l’intervista di Giovanna Barreca a:
Presentato nella sezione extra, eventi speciali al 5° festival internazionale del film di Roma
(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)
05/11/10 – Un prologo: una macchina da scrivere, i suoi tasti che battono incessantemente. A seguire un viaggio d’inchiesta nei Stati Uniti (con rimandi importanti all’Italia), nell’epicentro della crisi economica del nuovo millennio. La crisi d’identità del ceto medio, di chi da un giorno all’altro si è ritrovato a non aver nulla, “ad essere persona che aiutava gli altri a persona che deve chiedere aiuto”, come dichiara una donna che prima portare indumenti e cibo in un centro di assistenza, ora ci si reca per averli e poter continuare a vivere. Se nel 1929 il mondo subì un tracollo senza precedenti, dal 2007 una crisi devastante si è abbattuta sull’America e ha trascinato con sé – in un’economia globalizzata- tutto il mondo. Le radici profonde vanno ricercate nel processo di de-regulation avviato da Reagan e poi proseguito con l’amministrazione Clinton. Poi, come spiega molto bene Pedone, utilizzando testimonianze di persone comuni, scrittori, economisti, una grande bolla immobiliare generatasi grazie a tassi d’interesse straordinariamente bassi, ha dato avvio a tutto il processo.
“Non era più necessario risparmiare” dichiara un uomo nel film e noi abbiamo chiesto al regista di spiegare questo concetto perché in quest’inganno siamo caduti tutti. Il film raccoglie i volti e, attraverso delle lunghe panoramiche, i luoghi della crisi: i container che partono dai porti, i vialetti delle case abbandonate da chi non era più in grado di permettersele, i campi con le tende da campeggio diventate nuove case per molti. La disperazione è presente in queste immagini e nei dati forniti: cresciuto del 120% il tasso dei suicidi sono negli Stati Uniti, forbice ampissima tra poveri e ricchi tanto che un intervistato afferma che il loro paese assomiglia sempre di più ai Paesi del Terzo Mondo: “Il sogno americano è la ricerca della felicità. Ma nel tempo si è trasformato nella ricerca della ricchezza”.
Col regista abbiamo inoltre discusso della forma filmica scelta, della musica malinconica ma non drammatica scelta in collaborazione con Michele Amadori anche perché il documentario raccoglie alla fine anche le testimonianze di alcuni lavoratori che credono ancora nel voto popolare americano, che credono possibile un nuovo cambiamento e una vita diversa. Non a caso il sottotitolo è: “La lezione americana” proprio per omaggiare Calvino e il tono delle sue lezioni. Giovanni Pedone, laureato in economia con un master in audiovisivo presso l’anica, ha dichiarato di non voler girare altri film ma speriamo che ci ripensi perché ha un buon talento registico, potere di sintesi: conosce abbastanza bene il mezzo cinematografico da riuscire attraverso pochi fotogrammi ad esprimere concetti anche complessi. Prodotto da Rai Cinema e Global Vision Group, Crisi di classe andrà in onda prossimamente su Raiuno.