Tre articoli apparse su alcuni quotidiani hanno offerto lo spunto inizia per scrivere inizio alla scrittura della sceneggiatura de La morte è un problema dei vivi di Teemu Nikki, in anteprima, in concorso, alla Festa del cinema di Roma e in sala nel 2024 con I Wonder Pictures.
“Uno di questi parlava di un giocatore d’azzardo, un altro di un uomo senza cervello e il terzo di un autista di carri funebri. Le tre cose si sono mescolate nella mia mente e lentamente hanno dato via ad una storia di amicizia tra un uomo senza cuore e un uomo senza cervello. Ritrovo entrambi i personaggi in me. Nel bene e nel male” afferma Nikki.
Come già fece in Il cielo che non voleva vedere Titanic, il regista finlandese torna a raccontare e a mettere in scena una storia che procura risate (è successo anche in Auditorium per la prima) anche durante la proiezione e, allo stesso tempo fa riflettere, senza edulcorare nulla. Il film parla apertamente di dipendenza dal gioco d’azzardo che impedisce al protagonista di continuare ad avere una vita sociale e familiare stabile perché Risto non ha più il controllo di se stesso. Fa il becchino e, gioca da così tanto tempo che non sa più riconoscere il limite tra il giusto e lo sbagliato: ruba un gioiello da una bara, ruba il denaro di sua suocera per suo figlio, non fa in tempo ad arrivargli un bonifico per un lavoro svolto che l’uomo ha già trasferito il denaro per poter giocare.
Arto lavora tutto il giorno con i bambini, è innamorato della moglie e stanno cercando di avere un bambino ma, dopo una caduta e una visita di controllo, una dottoressa amica di cervello gli svela che è senza cervello. Nessuno sembra accetta tranne Risto che all’inizio lo sfrutta e poi ne diventa amico.
giovanna barreca