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Lasciata la vita sacerdotale per dedicarsi al suo amore, Angelo Santagostino, dopo aver perso sua moglie rimane affetto da SLA. Ma se il suo corpo è immobile, il suo pensiero, le emozioni e persino la sua voce (seppur doppiata e fuoricampo) in questo primo lungometraggio documentario realizzato da Laura Viezzoli, e prodotto da Lorenzo Cioffi per Ladoc, trovano ‘spazio’. Il virgolettato non è una mera scelta stilistica. Lo stesso settantenne filosofo protagonista di questo documentario definisce “la lingua, come tutti gli strumenti corporei, soggetta alla legge di gravità”.
Le parole di Angelo fluttuano e non rimangono soltanto nelle inquadrature che riprendono il puntatore oculare e il pc con cui, a fatica, comunica. Ad accompagnare Angelo, in questa sua fase di sospensione tra la vita e la morte, sono immagini di astronauti che volano nello spazio.

Il lavoro della Viezzoli si concentra nella prima parte su quella che è la sofferenza di Angelo e la sua impossibilità di muoversi, per poi spostarsi, ricorrendo a suggestive immagini, sulle emozioni e gli eterni stimoli filosofici di un uomo che, pur consapevole del suo triste destino, rimane in vita temendo non la morte, ma che i suoi occhi possano bloccarsi prima che lui muoia. Perché per Angelo sarebbe quella la vera scomparsa dalla Terra, pianeta che lui da tempo vive in assenza di gravità e con la sola forza del pensiero. Perché “le emozioni non si ammaleranno mai”. Parola di Angelo Santagostino.

Nico Parente per cinematografo.it