Chi si è preso la briga di contare i corpi ammazzati da John Wick, ingrugnito e ostinato come sempre, che non sopporta i torti subiti da lui e dagli altri, dice che nel primo sono stati 84 e nel capitolo secondo l’asticella si è alzata a 141. Eccome: di pallottole, d’ogni calibro, ne sibilano in continuazione e Chad Stahelski che ri-firma la regia non si trattiene questa volta anche dal coreografare combattimenti corpo a corpo in cui le ossa scricchiolano e di peggio può accadere.
Sono esplosive azioni di “Gun-Fu” che si scatenano nei posti più suggestivi di Roma e in quelli più riconoscibili di New York. Le due città questa volta sono speculari, ambedue entrando nel piano ricattatorio cui John è costretto prima che diventa di pura sopravvivenza poi. Dicono che questo sia un film di azione per malati di azione: verissimo. Ma non è una immagine nociva, e tanto meno riduttiva: per chi ama il genere, non c’è che assecondarlo divertendosi.
John, sempre con il volto zeppo di cicatrici ed ematomi che riflettono interne devastazioni anche morali – e a Keanu Reeves permettono una inalterabile espressione -, viene contattato nuovamente da alcuni esponenti della segretissima e pericolosissima setta mondiale Il Continental, che intrallazza ovunque. Deve questa volta onorare un debito, e non soltanto vendicarsi, come già accaduto: il compito è far fuori Gianna, la sorella di Santino D’Antonio, nome che è già tutto un programma. Lui è Riccardo Scamarcio, lei Claudia Gerini. Lui è un camorrista in America, lei in cima al comando di un cartello criminale internazionale. Lui dimostra di non possedere alcuna empatia con il ruolo che tanto hanno voluto offrirgli, lei invece gioca molto bene le sue carte sensuali e fatali, nel super kitsch del suo quartier generale allestito alle Terme di Caracalla (ma moltissimi sono gli squarci, assai turistici, della Capitale).
Poi ci si sposta nella Grande Mela, ma per Wick le cose non cambiano, anzi: il pallottoliere dei nemici aumenta, perché la società segreta glieli mette pian piano tutti contro (c’è anche Lawrence Fishburne, stravagante, che coordina un manipolo di assassini), fino a quando si intuisce che le proporzioni degli affiliati sono così vaste da non poter dirsi mai al sicuro, da nessuna parte.
Infatti, non si dorme quasi mai, nel mondo di Wick. Finale apertissimo, con una fuga di John che corre dritto dritto verso il terzo capitolo.
Luca Pellegrini per cinematografo.it