Aldabra di Steve L. Lichtag ci porta nel secondo atollo corallino più grande al mondo, nel cuore dell’Oceano Indiano.
Vanta una flora e una fauna singolari. Ha anche conquistato un altro guinness nel corso della sua secolare storia: viene visitato raramente.
Ma a quest’ultima dolente (o fortunata) nota pongono rimedio i produttori Robert Schneider e Petr Keller, ideatori e investitori del progetto.
Un originale documentario in 3D dedicato all’omonimo paradiso terrestre che sarà nelle sale 18 e 19 aprile.
Aldabra ha visto coinvolti diversi nomi al servizio del titano Walt Disney.
Non a caso, l’impronta prettamente educational e la narrazione rivolta ai più piccini denotano la partecipazione di consulenti e professionisti dell’animazione in grande stile.
Tartarughe giganti, squali, granchi, murene e volatili di ogni genere divengono protagonisti di queste meravigliose riprese (subacquee e non).
La fotografia e la natura paesaggistica contribuiscono a donare al girato un ulteriore tripudio di colori e immagini rendendo quest’esperienza tridimensionale non solo a livello visivo ma anche emozionale.
La voce narrante diviene anche quella di Mamma Tori (una tartaruga gigante), Wise Elvi (tartaruga marina) e Buster (granchio).
Sono loro a guidarci tra le meraviglie isolane. Dove la guardia costiera è costituita da squali. L’Air Force da specie di uccelli rarissimi. L’atollo ospita e custodisce gelosamente.
Un viaggio in un luogo ai più sconosciuto, anche se abbracciato diplomaticamente dalle Seychelles, meta turistica tra le più ambite.
Ma quanto si evince dal documentario è proprio questo: Aldabra, unico habitat al mondo a poter ospitare la più primordiale specie di volatili, è e vuol rimanere un luogo puro e integro.
Non necessita dell’uomo e mira allo status permanente che sin dai tempi dei tempi ne rappresenta l’equilibrio.
Nico Parente per cinematografo.it