La classe non è acqua, è vino: più invecchia e meglio è. Almeno se si tratta di attori in purezza quali Michael Caine, Morgan Freeman e Alan Arkin. Li ritroviamo a 84, 79 e 83 anni quali Insospettabili sospetti (Going in Style), la commedia a mano armata di Zach Braff, remake riveduto e dolcificato di Vivere alla grande (Going in Style) diretto nel 1979 da Martin Brest.
Joe (Michael Caine), Willie (Freeman) e Al (Alan Arkin) sono tre amici di vecchia data da qualche anno in pensione: hanno qualche problema di salute, anche grave, ma soprattutto ironia, gioia di vivere, irriducibilità alla rassegnazione.
Ma più di tutto può la povertà, il non arrivare a fine mese, il ridursi a mense e zero vizi. La situazione peggiora quando la loro banca ne utilizza il fondo pensione per coprire un’assicurazione aziendale: beffati e truffati, i tre arzilli e non piegati vecchietti progettano il colpo della vita a spese della stessa banca, ma riusciranno a portarlo a termine?
Regia scolastica di Zach Braff, Insospettabili sospetti mette alla berlina l’ultracapitalismo e la marginalità sociale nella cornice della commedia senile ma non senescente, giocando tra registri (dal comico al drammatico) e sottogeneri, dall’heist movie al revenge movie.
Vi torneranno in mente, tra i tanti, Last Vegas (2013, con lo stesso Freeman) e l’ottimo noir Uomini di parola (2012, con lo stesso Arkin), e sebbene qui non ci sia quasi nulla – tutto pastorizzato, poco ardito, molto acquiescente – per spellarsi le mani il solo ritrovare sullo schermo quei tre è motivo di soddisfazione, compiacimento, financo godimento.
Sì, lo sappiamo che in un film come Insospettabili sospetti recitano per il conto in banca e il muto dell’ennesimo yacht, ma chissenefrega: avercene, di Michael Caine, Morgan Freeman e Alan Arkin.
Federico Pontiggia per cinematografo.it