Ancora toscani nel cinema italiano, questa volta la storia viene da Grossetto e Questo mondo è per te, regia di Francesco Falaschi, racconta in maniera piuttosto grezza la storia di un aspirante scrittore. Il contorno non gli è certo di aiuto: una madre mezza new age, un padre malato e con un carattere insopportabile, il tutto condito da una cronica mancanza di lavoro che affligge purtroppo tutto il Paese. Un film che principalmente manca di idee, l’unica è l’ossessione della scrittura, poca l’ironia, poco il senso dell’umorismo, tutto si risolve in una vicenda di giovani grossetani fatta di una certa ovvietà di dialoghi, di pensieri anche di comportamenti. Ogni tanto un fidanzamento, di mezzo un tradimento, entrambi senza nessun brivido.
Lunghi rapporti epistolari, il protagonista che fa le sue inchieste sui vecchietti del luogo e poi va ai loro funerali e proprio lì conosce il suo grande amore. Uno degli amici che diventa seminarista mentre Teo il protagonista fa una serie sterminata di lavori, ma tutti provvisori perché il suo vero sogno è la scrittura. Visto da un altro punto di vista potrebbe essere un ritratto sulla disperata situazione giovanile: a cui manca veramente tutto anche una famiglia che faccia da sostegno nei momenti difficili. Ma il film ha un impostazione diversa vuole avvicinarsi più a “I dolori del giovane Werther” piuttosto che a un tometto sulla difficoltà giovanili. Fatto sta che le difficoltà restano tutte e la pellicola non crea neanche la magia di alleggerirle con un vero tocco di talento.