Tra i film italiani in sala anche “Le quattro volte”, excursus nella Calabria del regista Michelangelo Frammartino, portato a Cannes 63 da Cinecittà Luce
31/05/10 – Nel gioco dei padri e dei figli, delle generazioni che si succedono e sostituiscono Michelangelo Frammartino sarebbe da far discendere, come figlio d’arte e di cinema, a Vittorio De Seta. Ma si tratterebbe forse di un figlio degenere.
Dopo la presentazione ufficiale a Cannes esce anche nelle sale nostrane il secondo lungometraggio del regista de Il dono. Il progetto all’origine del film è ambizioso e radicale: traversare con l’obiettivo cinematografico i quattro modi della vita sulla Terra, umano, animale, vegetale e minerale. Alla prova dei fatti però il lavoro di Frammartino, pur affascinate e raffinato, sembra reso debole e inerte da uno schematismo finalistico indegno del suo acume artistico e del suo talento visivo. La macchina da presa si muove poco e di rado; parole non ce ne sono, se non si considerano qualche flebile borbottio e le urla lontane di personaggi senza volto; il suono (registrato dai due ottimi Paolo Benvenuti e Simone Paolo Olivero) è netto e denso di consapevoli suggestioni. All’inizio, ingannandosi, si pensa di essere davanti a un documentario d’osservazione implicito e austero. La promessa di un grande pezzo di cinema cinema. Poi gli avvicinamenti descrittivi della macchina da presa, la ricercatezza e l’elaborazione di alcune inquadrature svelano le (solo parziali) artefazioni, finzioni, ricostruzioni, e con esse l’autentico profilo del film. La narrazione resta tesa e solida, l’impianto del film si conserva fedele al modello documentaristico aggiungendo, qua e là, trovate e abbellimenti di messa in scena che iniziano a suggerire un senso univoco e una meta predeterminata alla quale il film giungerà senza incertezze, inesorabilmente. Infine, svelato il gioco del testo, la semplicità dello schema è tale da annullare l’attesa e lo stupore dello spettatore che già prevede l’esito ultimo.
Frammartino dimostra ancora una volta, con ammirevole coraggio, di avere uno sguardo forte e preciso sul mondo e di essere in grado di trarne immagini cinematografiche altrettanto potenti, ma commette l’errore di voler ordinare la palpitante vitalità dei volti, dei luoghi, dei “fatti” dentro un angusto casellario che non concede deviazioni, crisi, soste. Ogni cosa è ridotta a passaggio logico, funzione di un sistema. E alla ferma apertura dello sguardo di Vittorio De Seta succede la smania ordinatrice di questo discepolo.
Titolo originale: Le quattro volte
Produzione: Italia, Germania, Svizzera 2010
Regia: Michelangelo Frammartino
Durata: 90′
Genere: documentario
Distribuzione: Cinecittà Luce
Data di uscita: 28 maggio 2010
Le quattro volte trailer: