Sorprende il film messicano di Alejandro Gerber Bicecci, in concorso alla 46° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema – Pesaro Film Fest
(Dalla nostra inviata Lia Colucci)
23/06/10 – Un’opera prima in concorso al Festival di Pesaro: Vaho del regista messicano Alejandro Gerber Bicecci. Un film di una straordinaria maturità di cui sorprende anche il notevole talento per le immagini.
In un lago prosciugato una prostituta e il suo cliente trovano una donna morta con il suo bimbo al seno, la prostituta lo prende con sé. Intorno a questo bambino finirà con il ruotare la storia di tre ragazzi e il loro terribile segreto che continua a perseguitarli nel tempo, e li accompagnerà anche nella loro età adulta. Costruito con maestria il film ricama bene il carattere dei personaggi e soprattutto ritrae con dovizia di particolari il Messico, tra religione, criminalità, passione e violenza sociale. Il film, che inizialmente si svolge a capitoli, successivamente allarga il respiro e disvela la trama sino a riportare la pellicola al punto di partenza, come se nulla fosse mai successo. E invece accade tutto, soprattutto il degrado sociale dei personaggi: sbandati, alcolizzati o prostitute. Ma il regista li raccoglie tutti insieme nella straordinaria rappresentazione sociale che è l’immagine di Cristo (qui nella forma della Passione di Cristo di Iztapalapa) come fosse una maniera di redimere tutti i loro peccati. Un film di grande sensibilità, con un leggero e sottile tocco psicologico di chi conosce bene il suo Paese e sa come rappresentarlo con grazia e rispetto.