(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca – foto di Francesco Amorosino – interviste Giovanna Barreca / Laura Croce)
23/10/10 – Tanta unità è un bellissimo segnale! Tutto il mondo del cinema o comunque tutte le maggiori associazione di categoria che ne fanno parte, hanno iniziato ieri notte una vera e propria azione di protesta comune, volta a concretizzare le istanze che da troppo tempo non trovano risposte adeguate da parte del governo che -come ha specificato Stefano Rulli, il presidente del comitato dei 100 autori -“considera la cultura un elemento residuale e di segno politico avverso”.
L’occupazione della casa del cinema per protestare e per presentare proposte concrete. Un documento stilato nella notte da due gruppi (uno che si è occupato di tv e l’altro di cinema) per raccogliere il pensiero di tutti coloro che all’assemblea hanno partecipato, nel rispetto delle singole autonomie.
Il presidente conclude la lettura del documento -che riportiamo interamente a seguire – ricordando le parole del ministro Tremonti che sostiene: la cultura non si mangia. “Forse il ministro non sa che permette a chi la produce -250000 lavoratori solo nel cinema-di mangiare e agli spettatori dona un alimento immateriale decisivo fatto di emozioni e sogni, consapevolezza e senso dell’identità nazionale per guardare la realtà con occhi nuovi e immaginare un Paese migliore!”.
Abbiamo intervistato:
perché ognuno nel proprio ambito di competenza ci hanno spiegato i punti del documento.
Vogliamo concludere questa cronaca della giornata, ricordando le parole dette dal rappresentante degli sceneggiatori italiani, Daniele Cesarino che intelligentemente sottolineava l’importanza di fronteggiare il governo sul suo terreno: “Dobbiamo far capire a questo governo miope che siamo un’industria, non il mondo dei privilegiati che protesta per il taglio dei benefici goduti per anni. Siamo un gruppo serio e numeroso di lavoratori in grado di produrre ricchezza”. LAVORATORI.
Il mondo del cinema ha deciso di occupare la casa del cinema per fronteggiare una crisi finanziaria ed industriale alla quale si salda la pochezza di un governo che considera la cultura un elemento residuale e di segno politico avverso per il quale è auspicabile la chiusura.
1-Il taglio radicale del fus che è arrivato al minimo storico
2-Un rinvio della legge cinema superata da un non precisato decreto bondi
3-Il decreto romani che ha ridotto gli investimenti nella produzione cinematografica
4-Riduzione del 30% nella fiction italiana mentre il mercato pubblicitario è in ripresa
5-Decolizzazione delle nostre produzioni
6-Riduzioni tax credit
7-Il comune di Roma ha approvato una memoria di giunta che cambierà radicalmente la gestione della casa del cinema. Il direttore artistico della casa del cinema
verrebbe sostituito da un comitato di 7 membri, di cui 5 apporterebbero un contributo di 50mila euro annui.
Il mondo del cinema ha deciso di dire no. Non accetta l’espropriazione dei suoi diritti.
Quello del cinema è un intero comparto in ginocchio. In vista c’è la disoccupazione per intere famiglie.
Le nostre proposte per il cinema sono:
-rinnovo immediato del tax credit
-Un centro nazionale della cinematografia sganciato completamente dalla politica
-Prelievo di scopo in modo che la tv reinvesta una parte dei proventi nella produzione di cinema italiano
-Reintegro del fus che può avvenire immediatamente mettendo all’asta le frequenze del digitale terrestre che oggi sono regalate a mediaset
-Sostegno delle sale di città
-Promozione del cinema italiano all’estero
-Divieto per i network televisivi di mantenere il controllo della produzione, della distribuzione e delle sale
-Salvaguardia di cinecittà, patrimonio storico italiano.
Per la tv:
-nascita di un mercato liberato dal monopolio rai e mediaset
-riappropriazione dei diritti sulla fiction per autori e produttori in grado di creare un mercato nazionale ed internazionale per le nostre opere
-utilizzazione dei canali digitali come occasione di contare su una pluralità narrativa.
-obbligo di realizzare su territorio nazionale la fiction italiana finanziata con i soldi del servizio pubblico
-attenzione alla diffusione del documentario
Per la casa del cinema:
-revoca della memoria di giunta
-ascolto delle associazioni del cinema che si propongono come gestori della casa del cinema e promotori del suo indirizzo culturale.