Ascolta le interviste di RADIOCINEMA ad alcuni ospiti della serata:
Se le candidature avevano suscitato qualche perplessità, causa cinquine gonfiate e vari ex aequo, non destano sorpresa le assegnazioni finali dei David di Donatello. Si è svolta secondo pronostici la serata di gala all’Auditorium della Conciliazione con il film di Mario Martone, Noi credevamo, che fa la parte del leone aggiudicandosi ben 7 statuette tra le 13 nomination, che l’Accademia del cinema italiano gli aveva attribuito. Il vincitore perfetto nell’anno del 150/o anniversario dell’Unità d’Italia. Un successo, quello ottenuto stasera dal film di Martone, “annunciato” addirittura dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando incontrando gli artisti poche ore prima della premiazione ha salutato il parterre de roi dicendo: “Noi credevamo e noi crediamo. L’importante è continuare a credere nel cinema e in altre cose”. Oltre alla pellicola dell’anno, il film sul Risorgimento italiano si aggiudica il riconoscimento per la Miglior sceneggiatura, la direzione della fotografia e qualche premio tecnico: Miglior scenografia, acconciature, trucco e costumi. Prolissa come da tradizione, la cerimonia, condotta anche quest’anno da Tullio Solenghi e in diretta tv su RaiMovie, non ha riservato colpi di scena neanche in altre categorie importanti, come ha dimostrato il premio per la regia andato a Daniele Luchetti per La nostra vita, il film presentato a Cannes lo scorso anno che ha vinto anche il David per il Miglior attore, Elio Germano.
Come fu sulla Croisette quando ricevette la Palma per la recitazione, pari merito con Javier Bardem per Biutiful, l’attore ha dato vita ad un fuori programma: Germano non si è limitato a ringraziare e salutare, ma ha usato il tempo a sua disposizione per leggere una sorta di comunicato alla platea. Un documento che ha decantato la cultura e il suo importantissimo ruolo all’interno della società civile per concludersi con un’esortazione a usare le risorse create dal comparto per continuare a fare ricerca e arte e non per “finanziare azioni di guerra” (facendo riferimento alla crisi libica). Di cultura, va detto, aveva parlato anche Solenghi ma con un altro intento, quello di spiegare agli automobilisti che le accise sulla benzina per la cultura non sono che un’inezia, peraltro necessaria al sostentamento dell’industria, se paragonate alle altre imposte messe dal governo anni fa e tuttora in vigore nonostante alluvioni, terremoti e la spedizione in Abissinia siano passati da tempo. Nè il comunicato di Germano nè il discorso del presentatore turbano la platea o dicono niente di nuovo. Anche il ministro del Mibac, Giancarlo Galan sembra tranquillo seduto sulla sua poltrona. A sorprendere un pò sono stati forse i tre premi assegnati a Basilicata coast to coast che vince Miglior regista esordiente, Rocco Papaleo, Migliore musicista, Rita Marcotulli, e Miglior canzone originale, Max Gazzè. La statuetta per la Migliore attrice protagonista è andata a Paola Cortellesi, Nessuno mi può giudicare, mentre i Migliori intepreti non protagonisti sono Valentina Lodovini Benvenuti al sud e Giuseppe Battiston La passione. Quattro premi al film 20 sigarette: Miglior produttore, Miglior montatore e Migliori effetti speciali visivi e il David giovani. Come Miglior film europeo si è imposto Il discorso del re, mentre il premio Miglior film straniero è andato a Hereafter.