Un uomo sul filo di due epoche: arriva col documentario sul funambolo Philippe Petit, il ricordo della vita al tempo della speranza e del coraggio
23/09/09 – Viene finalmente distribuito in Italia (sul canale televisivo del pacchetto Sky, Cult, e in dvd da Feltrinelli) “Man on Wire”, lo splendido documentario diretto dall`inglese James Marsh, presentato lo scorso anno al festival di Roma e vincitore del premio Oscar. In un luminoso mattino del 7 agosto 1974 Philippe Petit camminò sulle nuvole. Con due cavi d`acciaio tesi tra le due Torri Gemelle di New York, all`epoca i due grattacieli più alti al mondo, per oltre quarantacinque minuti il funambolo francese tenne tutti col fiato sospeso percorrendo ben otto volte su e giù lo spazio fra la Torre Nord e la Torre Sud. Il lavoro di Marsh (documentarista inglese, ricordato, però, prevalentemente per il suo il film di fiction “The King”, con protagonisti Gael Garcia Bernal e William Hurt) racconta l`organizzazione e il magico momento di quella straordinaria impresa, avveratasi grazie all`aiuto di un gruppo di personaggi visionari e anticonvenzionali, pur senza dimenticare i precedenti dell`uomo su Notre Dame e sul Sidney Harbour Bridge. Ma, più di questo, l`opera narra in modo poetico e suggestivo, la forza e il coraggio di un uomo capce di affrontare il pericolo in nome di un non precisato motivo, e di dare così una lezione sul senso della vita e su quelle emozioni sopite che sono la vera felicità : quelle nate facendo qualcosa che si ama davvero. Vedere il mondo da un`altra prospettiva, concepire la vita differentemente, fanno di quell`impresa non soltanto un atto, ma uno stile di vita. Ribellarsi alla mediocrità con una forma personale.
Vivere, vivere, vivere, è un monito che viene urlato tra le righe di “Man on Wire”, un documentario curato sotto ogni minimo aspetto, dal montaggio allo stesso tempo serrato e lento, ad una regia sublime e per nulla didascalica o demagogica, passando per una colonna sonora poetica (di Michael Nyman, intervallata dal Gymnopèdie di Erik Satie come commento alla descrizione della cosiddetta passeggiata sulle nuvole) che conferisce un ulteriore senso di pathos al complesso della pellicola. Da antologia la massima di Petit Se muoio che bella morte sarebbe nell`esercizio della propria professione, che custodisce in sè tutti i sentimenti di un periodo storico fatto di speranze positive per il futuro, di un coraggio e di un ottimismo all`apparenza indistruttibile. Vedere quelle Torri nel momento di loro massimo fulgore, appena costruite, quando si pensava che non sarebbero mai potute venire giù, lascia un vuoto incolmabile privo di qualsiasi sentimento che possa innescare una reazione positiva. Il coraggio di Petit si è consumato tutto in quel mattino di agosto del 1974 e continua a vivere nei suoi occhi luminosi e vivaci, quello di Marsh nella decisione di non parlare minimamente del crollo delle Torri. Facendo questo, ha reso le immagini di repertorio, le descrizioni della vicenda, il legame tra il passato e il presente ancora più drammatico e provocatorio. La bellezza dell`opera cinematografica si racchiude tutta in un rapporto fatto di possibilità e azione, utopia e realtà , in un mondo che deve fare i conti con troppi cambiamenti avvenuti in appena trent`anni. Il tempo dei sogni, del coraggio, della ribellione intelligente e astuta ha fatto posto ad una grande solitudine morale ed etica fatta d`infelicità autodistruttiva ed il messaggio di un lontano concetto di esistenzialismo filosofico fa di questo film un`opera di assoluta, e per certi versi inafferrabile, bellezza.
(ERMINIO FISCHETTI)
Titolo originale: Man on Wire
Produzione: UK, 2007
Regia: James Marsh
Protagonisti: Philippe Petit, Jean-Louis Blondeau, Annie Allix, Jim Moore, Mark Lewis;
Durata: 94`
Genere: documentario
Distribuzione: in tv, il canale Cult di Sky; in DVD, Feltrinelli
Data di uscita: 21 settembre
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