Dalla nostra inviata GIOVANNA BARRECA
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Antonio Franconi alla fine del 1700 voleva meravigliare il pubblico con il circo così come George Meliès (anch’egli figlio dell’arte circense introdotta da Franconi) voleva regalare illusioni e meraviglia ai primi spettatori cinematografici di fine ‘800. Stretto è il legame tra circo e cinema e Luca Verdone – apprezzato documentarista e regista di importanti liriche – lo racconta nel suo film Le meravigliose avventure di Antonio Franconi, presentato nella sezione Eventi al Festival del cinema di Roma. ha scoperto da bambino. Figlio del grande critico cinematografio Mario Verdone, scomparso nel 2009, e fratello del più famoso Carlo, regista e interprete di tante commedie, Luca racconta di essersi appassionato al mondo degli spettacoli di strada da bambino, sfogliando insieme al fratello i volumi della biblioteca paterna. Così, oggi finalmente è riuscito a mettere in scena la fiaba di uno dei fondatori di quel mondo di arte popolare. Una fiaba che non dimentica l’insegnamento di Pier Paolo Pasolini, di Vittorio De Sica (un tempo ospiti abituali della casa paterna) e del racconto cinematografico della realtà, ma vuole introdurre un elemento nuovo al cinema di finzione: “Con toni più leggeri e poetici vorrei aiutare lo spettatore a capire come, sotto un tendone o in una sala cinematografica, se si crea magia, tutti gli spettatori diventano uno solo” afferma prima della proiezione del film in un Teatro Studio Tre gremito. Un omaggio al padre, come ricorda la didascalia iniziale, ma anche e soprattutto un omaggio a Federico Fellini e al mondo dei suoi personaggi.
Franconi viene incarnato da Massimo Ranieri, la cui intensa interpretazione racconta l’irascibilità di questa figura artistica, il suo essere un inguaribile donnaiolo e allo stesso tempo un uomo profondamente malinconico alla ricerca di un sogno, consapevole comunque che il suo mondo era destinato a morire. Non sempre La meravigliosa avventura di Antonio Franconi riesce a mantenere lo stesso grado di intensità ma non annoia mai perché Verdone, con la complicità di Massimo Biliorsi, ha scritto e costruito questa storia con rigore, pur traslando tutto sul piano del gioco; basti pensare al duello iniziale a colpi di spada, le fughe roccambolesce e i baci rubati qua e là. Il film raggiunge maggiore intensità narrativa e visiva nella parte finale quando un ormai anziano Franconi deve fare i conti con la cecità e la ‘candida morte’ che gli appare in sogno nei panni delle bellissime e angeliche fanciulle che non può più avere. Nel cast anche Orso Maria Guerrini, Ernesto Mahieux, Elisabetta Rocchetti e Sonia Aquino Elisabetta Franconi.