L’ultimo dei Templari

13/06/11 - Imprecisioni storiche, streghe da bruciare e peste nel polpettone horror-medievale made in Usa. Ma ad avere bisogno di un esorcismo è Nicolas Cage.

Un vero finale col boom, quello che ci riserva L’Ultimo dei Templari. Ma non nel senso di “col botto”: proprio con il microfono detto appunto “boom”, che campeggia indisturbato in mezzo al paesaggio della sequenza di chiusura del film, in teoria una delle più epiche e commoventi. Un errore così grossolano d’altra parte la dice lunga sulla qualità generale del film, ennesima pagliacciata medievaleggiante che non guarda né al genere storico né al fantasy, come ci si potrebbe aspettare dalla cura dei costumi e dall’ambientazione, bensì all’horror e al filone dei vari esorcisti di cui vorrebbe essere una versione più anticata e avventurosa. Peccato che il cuore del film, cioè la tensione, funzioni solo nella misura in cui nessuno – o almeno così si spera – nel 2011 si aspetta di veder spuntare a un certo punto il diavolo nella sua versione più pittoresca. Ci si attende qualcosa di più sottile e magari anche di più spaventoso, invece più la pellicola avanza, più ci si ritrova immersi nel già visto e nell’ovvio, con qualche divertente divagazione come i preti posseduti che sia arrampicano sul tetto proprio come la bambina indemoniata più famosa del mondo.

A questo punto sarebbe stato forse più efficace accentuare i caratteri genuinamente grotteschi del film, magari con una bella battaglia a suon di acqua santa tra cavalieri e monaci-zombie. L’Ultimo dei Templari ha invece il grosso guaio di prendersi sul serio, costringendo così a dover prendere sul serio anche il retrogrado contorno narrativo del film, in cui si vede che le donne sono davvero streghe e ingannatrici, la peste e più in generale le calamità che si abbattono sull’uomo sono causate davvero dal demonio e, dulcis in fundo, la Guerra Santa viene definita sì come un’ecatombe di innocenti, ma dipinta allo stesso tempo con un’asettica ipocrisia, con battaglie ridicole e “infedeli” decimati senza lo spargimento di nemmeno una goccia di sangue. A coronamento del tutto bisogna specificare che il film non ha niente a che vedere con i Templari, e tantomeno con gli ultimi: i due protagonisti (tra cui il solito Nicolas Cage più onnipresente del prezzemolo e ormai votato alla paccottiglia) sono semplicemente crociati disertori che al loro ritorno in Europa trovano la distruzione della pestilenza e vengono cooptati per trasportare una presunta strega in un’abbazia di massima sicurezza. Ovviamente i Templari sono stati tirati in ballo dal titolo italiano, probabilmente con l’intento di attirare il pubblico richiamando una “vecchia gloria” di Cage, Il Mistero dei Templari, che peraltro in originale si chiamava National Treasure. Ma cosa volete che sia, considerando come in realtà nemmeno l’epoca storica delle crociate coincida con quella della peste nera? Tutto si mischia e tutto si confonde nel magico calderone del cinema mainstream, che in un’epoca di cavalcante buio creativo non trova niente di meglio da fare se non puntare ancora su megere e diavoli con le ali punzute da drago… desolante.

LAURA CROCE

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