Ascolta le interviste di RADIOCINEMA ai protagonisti dell’incontro:
Cosa ci fa il premio Oscar Colin Firth insieme ad Ezio Greggio? La risposta risiede in un particolare video promozionale firmato da Antonello Sarno, che riunisce diversi nomi di fama internazionale uniti sotto la bandiera della lotta alla pirateria. Diversi i punti di vista ma simili le conclusioni di personalità come, otlre a quelle già citate, Antonio Banderas, Monica Bellucci, Ezio Greggio, Alessandro Gassman, Ricky Tognazzi, Giulio Scarpati, Elena Sofia Ricci, la discografica Caterina Caselli, i registi Ermanno Olmi, Marco Bellocchio, Cristina Comencini, il direttore della Mostra del Cinema di Venezia Marco Müller e altri. Segno che nonostante lo spostamento dell’interesse delle major internazionali dallo scontro frontale al contrasto tramite l’offerta di contenuti legali, la pirateria continua a essere un argomento molto sentito da tutta l’industria culturale. Industra che tra l’altro, in Italia, ha un valore di circa 12 miliardi di euro, pari a circa l’1% del PIL, che raggiungono i 230 se si prende in considerazione l’intero settore della creatività, cioè comprensivo di moda e turismo.
A rivelarlo è lo studio Italia: a Media Creative Nation, condotto da IsiCult (Istituto italiano per l’industria culturale) e presentato ieri presso la Biblioteca Casanatense del MiBac durante il convegno Italia Audiovisiva: diritto d’autore e creatività. Incontro da cui è emerso come il danno causato dalla pirateria nel 2010 abbia raggiunto i 496 milioni di euro, la maggior parte dei quali provenienti dai mancati introiti dell’home video (26,6% dal noleggio e il 31% dalla vendita), seguito dalle sale cinematografiche (con perdite per più di 100 milioni), dal VOD legale, dalla Tv on Demand e pay per view e infine dai canali satellitari.
Dati importanti per il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò, che riguardo all’azione di contrasto dell’organismo da lui guidato ha chiarito: “Non vogliamo diventare gli sceriffi della rete come insinuato da alcuni organi stampa. È l’Europa che ci impone di intervenire come pionieri in un campo così delicato. Noi abbiamo deciso di farlo nella maniera che ci sembrava giuridicamente più corretta e compatibile con i dettami costituzionali”. La nostra normativa, assicura, sarà meno efficiente della linea dura dettata da Sarkozy, che va a colpire l’utente e non chi guadagna dalle transazioni illegali in rete, cioè i provider dei contenuti e dei siti: “Noi non spingiamo i provider alla censura, e non ci riserviamo un potere di oscuramento. Ma se un contenuto viola il diritto d’autore, l’Autorità può esigerne la rimozione”. Un impianto normativo approvato e sostenuto anche dal Ministro della Cultura Giancarlo Galan, che ribadisce: “Non miriamo al ragazzino che scarica dal web, ma a chi gli fornisce illegalmente quei contenuti”.