Dal nostro inviato Silvio Grasselli
La crisi. Tra le molte cose che accomunano tutti i paesi d’Europa c’è la crisi economica che per i capricci di pochi ha travolto tutti (o quasi). Il Portogallo è stato, purtroppo, tra i primi paesi a patirne gli effetti più pesanti. Come da noi, il comparto della cultura ha subito ancor più duramente il contraccolpo violento. Il risultato è che IndieLisboa, uno dei festival più grandi e vivaci d’Europa, un vero e proprio fiore all’occhiello non solo della città di Lisbona ma di tutto il paese, si è visto decurtare i finanziamenti pubblici grazie ai quali si sostiene, proprio nel momento in cui aveva dimostrato di essere più che pronto per il grande salto di visibilità internazionale. Nonostante questo i tre direttori – Pereira, Sena, Valverde – hanno cercato di mettere insieme un’edizione della stessa qualità e quantità delle precedenti. E a giudicare dal programma ci sono riusciti. Resta immutato il complesso delle sezioni, competitive e non, resta e anzi viene incrementato il numero di pellicole di rilievo internazionale, il numero degli autori riconosciuti e quelli che stanno in questi anni ottenendo la prima stabilizzazione nell’empireo (niente affatto paradisiaco) degli indipendenti. Si aggiungono laboratori sul cinema per bambini e per famiglie (uno dei punti d’onore storici della programmazione dell’Indielisboa), un workshop per giovani filmmaker, proiezioni straordinarie, incontri con i registi e un programma di eventi notturni con concerti, anteprime e altro ancora.
Vista la ricchezza dell’offerta proviamo a scegliere qualcosa della quale certo resterà traccia. L’Eroe Indipendente di quest’anno è il brasiliano Julio Bressane, già oggetto a Torino di una retrospettiva personale e noto alla critica internazionale per i suoi due recenti capolavori: Cleopatra (2006) e A erva do rato (2008), entrambi passati alla Mostra del Cinema di Venezia negli ultimi anni. Due altre piccole ma preziose sezioni monografiche tentano di analizzare le ragioni del successo di due differenti esperienze, una di formazione l’altra di produzione: Fresnoy – Studio International des Arts Contemprains – scuola francese di cinema e di arti visive fondata nel 1997 e diretta a Tourcoing da Alain Fleischer – e lo studio di animazione Folimage, nato nel 1981 da Jaque-Rémy Girerd, uno dei più originali luoghi di ricerca sul connubio tra arte e didattica. L’apertura del festival è stata dedicata al giovane canadese Xavier Dolan – tra le più attese promesse del nuovo cinema francofono – con il suo Les amours imaginaires, trattatello liricheggiante sulle passioni ondivaghe di una coppia d’amanti contemporanei. Un’apertura all’altezza. Tornate su queste pagine per sapere come procederanno i giorni del cinema indipendente a Lisbona.