Dal nostro inviato Silvio Grasselli
E a Lisbona arriva anche Quentin. No, non si tratta del più acclamato italoamericano del cinema contemporaneo, ma di un suo omonimo, il francese Dupieux che è salito all’onore delle cronache sotto lo pseudonimo Mr Oizo (ricordate Flat Beat), brand di alcune felici uscite sulla scena electro europea, e che nel 2002 ha iniziato la sua carriera dietro la macchina da presa. A Lisbona arriva il suo ultimo capriccio, Rubber, parodia citazionista volutamente sopra le righe in cui una ruota d’auto insanguina la provincia americana finendo poi uccisa e reincarnata in un triciclo. La storia già la dice lunga sulla natura super indipendente, e piuttosto trendy, dell’ammiccante stravaganza del dj prestato al cinema – sul punto di terminare Wrong, suo ultimo progetto. Dupieux però non si fa prendere la mano dalla voglia di stupire ed evita di strafare. Scrive invece un film teso e conciso in cui c’è spazio per una virulenta critica al pubblico – non solo cinematografico – un tributo al genere del chasing movie, un intreccio ricco e vasto di citazioni da tutto il cinema statunitense “di consumo”, molta ironia di qualità e un finale assolutamente perfetto. Inutile cercare il valore, l’utilità o il peso di un’operazione come questa. Meglio limitarsi a sceglierlo come brillante esempio d’intrattenimento intelligente.
Rubber è stato scelto per la sezione di ricerca Cinema Emergente. Nulla da dire, ma forse lo stesso titolo non avrebbe sfigurato anche in Director’s Cut – sezione dedicata al cinema sul cinema – quest’anno in leggero calo rispetto a una tradizione più che brillante. Tanto per esser chiari: accanto al tributo di Scorsese a Kazan (Letter to Elia) e al documentario israeliano A film unfinished (assolutamente al di sotto del livello del discorso che tenta di costruire), una delle poche chicche è il belga Vampires, mockumentary fuori tempo massimo che però si fonda sulla pensata a suo modo geniale di immaginare un vero reportage nella comunità internazionale dei vampiri (che nel film si gioca a rappresentare come realmente esistenti) che vivono gomito a gomito con gli umani, sfruttati e tiranneggiati come razza inferiore4